Archeologia. Scoperto sito brettio a Umbriatico, area sequestrata
I resti di un probabile sito brettio a Cirò. A fare la scoperta - tra i filari di un vigneto impiantato di recente, nel territorio di Umbriatico - sono stati i carabinieri forestali della cittadina jonica.
La presenza di frammenti di terracotta dipinti ha attirato l’attenzione dei militari che hanno sequestrato preventivamente il sito per preservarne le testimonianze, in attesa delle determinazioni della Sovrintendenza.
Il ritrovamento è avvenuto durante uno dei tanti controlli del territorio: i forestali si sono imbattuti in alcuni cocci colorati, tanto da supporre la presenza di resti di interesse archeologico.
Le immagini di alcuni dei frammenti ritenuti più significativi sono state inviate subito al responsabile di zona della Sovrintendenza. Questi ha osservato che i “pezzi” erano relativi a vasellame di fattura ellenica del IV-III secolo avanti Cristo.
Il sito è stato dunque sequestrato e messo a disposizione dell’Autorità giudiziaria per impedirne l’ulteriore danneggiamento.
Un successivo sopralluogo con il funzionario incaricato della Sovrintendenza ha messo in evidenza che i resti scoperti, molto verosimilmente, siano l’affioramento di una piccola fattoria di epoca brettia, con presenza di vasellame di fattura ellenica.
Durante i lavori di scasso del terreno per l’impianto del vigneto, avvenuti alla fine dell’anno scorso, sono emerse le pietre derivanti dalle rovine di alcune antiche costruzioni, numerosi frammenti di tegole usate per le copertura e parti di vasellame per uso domestico.
Il rinvenimento non sarebbe tanto importante per i resti del materiale ritrovato, in pessime condizioni, quanto per la testimonianza ulteriore della presenza in quel territorio dei Bretti, popolo che occupò la parte interna dell’attuale Calabria prima di essere definitivamente sconfitto e annientato dai Romani.
Il conduttore del terreno, un imprenditore agricolo del Cirotano, laureato e assistente tecnico nelle scuole statali, ha dichiarato di non essersi accorto dei resti dell’affioramento.
Aveva infatti iniziato a spietrare il terreno e a rimuovere i cocci di laterizio che ostacolavano il vigneto e la coltivazione dei pomodori e dei meloni che frattanto aveva posto a dimora.