Siclari in Senato: “nessuno spazio nel Def per il Meridione”
Incisivo nel suo intervento Marco Siclari ha messo il Senato di fronte alla cruda realtà disquisendo oggi sul documento di economia e finanza in cui emerge che, “il sud in generale, rappresentato da aree sottosviluppate e prive di un tessuto infrastrutturale in linea con gli standard nazionali, viene ulteriormente e nuovamente sacrificato e mortificato”.
“Si nota l’assenza di una strategia complessiva di rilancio del Sud Italia ed in particolare della Calabria. A proposito del referendum che Fratelli d’Italia ha chiesto sulla Tav, faccio presente che i tempi sono cambiati e se va fatto un referendum per le grandi opere va fatto da Nord a Sud senza distinzione – ha precisato. Il Sud, cari colleghi, è presente in quest’aula, con la testa e con il cuore, e per quanto riguarda il nostro partito, Forza Italia, proprio il Sud rappresenta la vera risorsa per portare l’Italia fuori dalla crisi economica”.
“Dare priorità al Sud significa dare priorità all’intero paese – ha continuato un agguerrito Siclari. Le grandi opere devono trovare precedenza al sud, dall’alta velocità ferroviaria allo sviluppo degli aeroporti, dai porti commerciali a quelli turistici, dalla 106 che interessa 4 regioni al collegamento dell’Europa con la Sicilia attraverso il Ponte sullo Stretto, per consentire l’attraversamento in pochi minuti piuttosto che in 4 ore, come accade oggi, attraverso la rete ferroviaria, e questo ha rappresentato la causa della profonda crisi economica che ha ridotto la Lombardia del Sud (la Sicilia) in una regione povera. Ricordo che il ponte è stato previsto nella legge obiettivo 2001 voluto anche dalla Lega e rientra nel corridoio Berlino Palermo”.
“Per essere onesti, nel Def, non è previsto alcun progetto strategico di rilancio infrastrutturale del meridione – evidenzia il suo intervento - e questo significa non rispettate l’articolo 3 della Costituzione che garantisce l’uguaglianza dei cittadini e ne è dimostrazione anche la spesa corrente e la spesa investimenti pro-capite che è inferiore alla media nazionale. Nel Def non vi è traccia di politiche che riguardano protezione delle coste dall’erosione del mare. In questo modo mettete a rischio distruzione migliaia chilometri di edifici che si trovano sulle coste del nostro paese e private le famiglie della loro casa. Non vi è traccia di protezione delle colline dagli incendi che ogni anno distruggono migliaia di ettari di vegetazione riducendo il potenziale turistico dei luoghi”.
In conclusione, Siclari non ha potuto non riportare i riflettori su quello che rappresenta la vera emergenza in particolare per la Calabria: la sanità.
“La tutela del servizio sanitario nazionale nel Def è un tabù quando la spesa sanitaria rappresenta un costo pari al 6.5% del Pil e deve garantire il diritto alla salute che oggi non viene garantito in diverse regioni del sud in particolare modo in Calabria dove si rischia di morire pur con banali patologie. La nostra risoluzione - ha concluso Siclari - impegna il Governo alla riduzione degli sprechi: ad esempio la completa digitalizzazione del comparto sanità consentirebbe di risparmiare ogni anno fino a 20mld di sprechi l’anno secondo il report della corte dei conti, permettendo di poter valutare costantemente gli indicatori ed offrire nel contempo migliore assistenza sanitaria uguale in tutto il territorio nazionale”.