Disabili nel call center per prendere i fondi Por, scatta la truffa: “complici” i funzionari regionali
Funzionari regionali che certificano di aver eseguito dei controlli senza riscontrare irregolarità. Si scoprirà dopo che, invece, le verifiche non sarebbero state affatto effettuate.
Un’azienda che ottiene così - e grazie ai fondi Por Calabria - delle sovvenzioni pubbliche importanti a condizione, però, che assuma lavoratori disabili o “svantaggiati” e, come tali, che facciano parte delle cosiddette categorie “protette”.
Questi i protagonisti di una presunta truffa scoperta dalla Guardia di Finanza di Lamezia Terme, al termine di un’indagine coordinata dalla Procura locale nei confronti di quelle imprese che sono, appunto, destinatarie di incentivi comunitari e nazionali.
Al termine delle investigazioni i militari si dicono certi di aver scoperto quello che non hanno remore a definire come “un insidioso sistema truffaldino” realizzato da un’importante società di call center, la Infocontact, con diverse sedi in tutta la regione.
L’impresa aveva ottenuto infatti delle sovvenzioni per quasi tre milioni di euro che sarebbero dovute servire all’assunzione e, dunque, a retribuire 207 lavoratori disabili.
Gli inquirenti sostengono che l’azienda avrebbe messo in atto degli “insidiosi … artifici documentali e contabili”, molto ben camuffati, tramite i quali i suoi vertici - con la complicità dei funzionari pubblici - sarebbero riusciti ad attestare falsamente le condizioni di “svantaggio” e di disabilità dei lavoratori assunti, indispensabili ottenere gli incentivi.
Inoltre, sempre e soprattutto attraverso dei documenti falsi, avrebbero fatto risultare come neoassunti ben 163 lavoratori che in realtà erano già da tempo alle loro dipendenze e, molti di essi, che non appartenevano a nessuna categoria “svantaggiata”.
Un meccanismo che sarebbe stato “avvalorato” dal comportamento dei funzionari regionali che avrebbero attestato, contrariamente al vero, di aver eseguito i controlli previsti e che al termine degli stessi non sarebbero emerse irregolarità.
Così facendo, però, avrebbero consentito all’impresa di ottenere indebitamente due delle tre rate dell’importo di incentivo assegnato, oltre 2,5 milioni, mentre l’incasso della terza rata è stato impedito dall’intervento della Procura e dei finanzieri.
Al termine delle indagini, i militari hanno denunciato otto persone - fra i quali quattro funzionari regionali - per truffa aggravata (finalizzata al conseguimento indebito di ingenti erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici) e la società beneficiaria dell’incentivo.
Oggi le fiamme gialle lametine, su delega della Procura, stanno quindi eseguendo il decreto di sequestro preventivo per equivalente, emesso dal Gip del tribunale, per l’intero importo che si ritiene sia tato incassato indebitamente, cautelando i beni nella disponibilità sia dalla società che dai diretti responsabili considerati coinvolti appieno nella truffa.