Il traffico d’armi nel reggino: un affare “funzionale” alla ‘ndrangheta. 36 indagati
“Un impressionante traffico di armi clandestine”: così gli investigatori hanno definito, in sintesi, l’attività di una “pericolosa struttura criminale” che gestiva questo “mercato” nella Locride e in parte della provincia reggina. (LEGGI ALTRI DETTAGLI)
Grazie all’indagine voluta dalla Dda dello Stretto, si è così arrivati, stamani, a far scattare un maxi blitz, denominato operazione “Arma Cunctis”, nel corso del quale la squadra mobile locale e i collegi del commissariato di Siderno hanno eseguito ben 36 provvedimenti cautelari: in particolare 28 arresti - 15 in carcere e 13 ai domiciliari - e otto obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.
ANCHE PIANTAGIONI DI DROGA
I reati contestati sono - a vario titolo - quelli di associazione per delinquere finalizzata al traffico di armi clandestine, collegata e funzionale alle attività della ‘ndrangheta, e finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Durante la notte gli agenti hanno effettuato in provincia anche numerose perquisizioni.
Secondo gli inquirenti la trentina di persone raggiunte dalle misure avrebbero commesso un’ampia gamma di reati in materia di detenzione e porto illegale di armi clandestine, fra cui pistole, fucili mitragliatori e armi da guerra con relativo munizionamento, ma anche di coltivazione di numerose piantagioni di canapa indiana e di cessione di droga, prevalentemente hashish e marijuana.
L’ASSETTO ORGANIZZATIVO
L’inchiesta avrebbe dunque permesso di individuare l’assetto organizzativo e l’operatività della presunta struttura criminale di cui farebbero parte soggetti, come Bruno e Francesco Filippone ritenuti vicini alla cosca Commisso di Siderno, e altri come Domenico e Giuseppe Zucco, appartenenti invece al clan Cataldo di Locri.
Gli investigatori ritengono di aver ricostruito anche i diversi ruoli degli indagati come quelli di Antonio Lizzi, Giuseppe Arilli e Bruno Filippone considerati al capo del sodalizio; di Maurizio Napoli e Giorgio Timpano in posizione apicale con il ruolo di stabili fornitori; e altri, invece, in posizione subordinata, ovvero come collaboratori, corrieri, intermediari tra venditori e acquirenti.
DAI KALASHNIKOV ALLE 44 MAGNUM
Nel corso dell’indagine sono strati sequestrati fucili e pistole con numeri di matricola cancellati. Ma l’inchiesta avrebbe inoltre svelato come i soggetti considerati contigui ai Commisso ed appartenenti ai Cataldo, strutturati in una “temibile consorteria criminale”, abbiano avuto la capacità di gestire il traffico di centinaia di armi micidiali e di ogni genere e calibro, fra cui i famigerati mitragliatori Ak 47 Kalashnikov, pistole calibro 9 Luger, Walter PPK, Calibro 44 magnum.
IL LINGUAGGIO CRIPTATO
Durante le investigazioni si è scoperto inoltre come i presunti appartenenti alle due organizzazioni criminali, per comunicare tra loro al telefono utilizzavano, in molti casi, un linguaggio criptico così da “schermare” il vero oggetto delle conversazioni, riferibile ovviamente ad armi e droga.
I poliziotti reggini sono riusciti a decifrare ugualmente i termini convenzionali usati dai trafficanti, anche attraverso difficili ed estenuanti servizi di osservazione e pedinamento degli indagati che si sono conclusi con il sequestro di armi e l’arresto dei corrieri.
Determinanti in tal senso sono state le intercettazioni telefoniche, ambientali e di video riprese disposte dalla Distrettuale Antimafia.
IL TRAFFICO DI HASHISH E MARIJUANA
Gli elementi acquisiti dalle captazioni hanno infatti portato alla luce anche un articolato traffico di marijuana e hashish. Contestati anche diversi episodi di coltivazione, in siti impervi, di diverse piantagioni di canapa indiana, di raccolta e lavorazione delle piante, di immissione nei mercati illegali dello stupefacente prodotto in quantità ingenti.
Ricostruiti dunque la struttura organizzativa e i ruoli ricoperti, all’interno del sodalizio, dai singoli indagati: in posizione verticistica Antonio Lizzi e Bruno Filippone, in posizione subordinata invece Francesco Catanzariti, Antonio Filippone, Michele e Domenico Romeo.
Contestati anche diversi episodi di cessione di stupefacente e sequestrati alcuni mezzi utilizzati dai presunti trafficanti nelle attività relative appunto al traffico di droga.
(notizia in aggiornamento)