La “Cassandra” di Pozzi inaugura la stagione del Festival di Teatro di Portigliola
Sarà Elisabetta Pozzi e la sua straordinaria “Cassandra - o del tempo divorato” a inaugurare domenica 22 luglio la nuova stagione del “Festival di Teatro Classico di Locri Epizefiri”. La manifestazione, ideata e curata dal Comune di Portigliola con la collaborazione del Polo Museale della Calabria - Parco archeologico di Locri Epizefiri, avrà anche quest’anno come scenario il suggestivo Teatro Greco Romano di Portigliola e sarà affidata alla direzione artistica di Edoardo Siravo e Marco Silani.
Affidato da Fondazione Teatro Due di Parma a una grande protagonista della scena italiana, “Cassandra” è uno spettacolo che racconta, con le parole della tragedia attica del V secolo avanti Cristo contaminate dai testi di autori contemporanei, la storia dell’inascoltata veggente stuprata nel tempio di Atena e poi assassinata.
Ispirandosi a riletture che spaziano da Euripide a Christa Wolf, la Pozzi, accompagnata dalle musiche di Daniele D’angelo, che costituiscono una tessitura di suoni e musica a sostegno dell’intero testo, porta in scena la figura mitica della profetessa troiana destinata ad avere il dono della preveggenza ma a non essere creduta per aver rifiutato l’amore del dio Apollo, amaro destino che la rende una delle figure femminili più tragiche della mitologia greca.
L’impotenza, l’impossibilità di condivisione, la forzata solitudine nel sostenere il peso della conoscenza della protagonista saranno esaltate dalla drammaturgia messa in scena da Elisabetta Pozzi, che si è avvalsa del contributo del saggista Massimo Fini per scrivere un epilogo in cui Cassandra riesce a scorgere il futuro dell’uomo moderno con la sua incapacità di porsi dei limiti, che lo rende il “minuscolo ragno al centro d’una immensa tela che si tesse ormai da sola e di cui è l’unico prigioniero”.
Un disegno straordinario quello che Elisabetta Pozzi realizza di Cassandra, emblema della lucidità, donna capace di vedere il futuro conoscendo il passato e comprendendo il presente, un personaggio che parte dal mito per essere condotto fino all’oggi ad indagare la nostra civiltà orfana di identità e il suo declino, proprio come la profetessa tentò di fare con i troiani e il cavallo di legno, dono traditore dei greci di cui anticipò le nefaste conseguenze restando inascoltata.