Gippe Calabria. Domenico Rositano su giovani e politica
L’Italia è un Paese vecchio. A molti può sembrare normale, ma il fatto di vivere in un Paese gerontocratico, in special modo nella selezione della classe dirigente, fa a cazzotti con la parola meritocrazia. Il rischio per i ventenni e trentenni di oggi è quello di essere una generazione "mancata", che rimarrà fuori dal castello ad assistere al passaggio di consegne dalla generazione dei loro padri a quella dei loro figli. La soluzione più semplice è senza dubbio quella di ringiovanire la classe politica, anche se non credo sia sufficiente. Perché il ringiovanimento sia condizione non solo necessaria, ma anche utile a migliorare la classe politica, occorre introdurre dei meccanismi di selezione che consentano di identificare i politici in base alle loro capacità, a partire da quelle amministrative. Nel calcio, prima di approdare nelle squadre più blasonate, gli allenatori si fanno le ossa nelle squadre di provincia. Combattono per non retrocedere o per essere promossi dalla B alla A. Si potrebbe fare lo stesso anche in politica. Un maggior decentramento delle funzioni politiche e amministrative a livello locale consentirebbe ai giovani di iniziare ad occuparsi della cosa pubblica a livello di Comune, di circoscrizione o di quartiere, cimentandosi con una vera gestione del bilancio pubblico. Meno politica all’interno del partito e più politica al servizio degli elettori. Dimostrare buone capacità a livello locale potrebbe essere un primo momento di selezione della classe politica. Proprio come è avvenuto all’attuale Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti che prima di approdare a Palazzo Alemanni ha dimostrato il proprio valore alla guida del Comune di Reggio Calabria. Ad ogni passaggio epocale, ad ogni chiusura di ciclo storico, il passaggio generazionale s’impone per forza di cose, ma certamente il tutto deve essere mitigato attraverso un attento mix fatto di esperienza e di novità.
Domenico Rositano
Vice Segretario Nazionale GIPPE