Viola i domiciliari dopo l’arresto per minacce, nipote boss finisce in carcere
La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere per Giovanni Tegano, 22enne nato a Melito di Porto Salvo e nipote del noto boss Giovanni (79enne), ritenuto al vertice dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta, attualmente detenuto per violenza privata aggravata dalle modalità mafiose nei confronti di un giovane reggino.
A seguito di indagini approfondite svolte dagli agenti della Mobile, il Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, ha contestato a Tegano l’aggravante mafiosa per avere evocato, ostentando il proprio cognome, la “forza intimidatoria dell’omonima cosca di ‘ndrangheta”.
Da qui l’aggravamento della pena. Gli agenti, ieri pomeriggio, hanno infatti condotto in carcere il giovane su ordinanza emessa dal gip del Tribunale cittadino.
Tegano era stato arrestato e messo ai domiciliari lo scorso 22 giugno per fatti che risalgono alla notte del 28 maggio 2017, avvenuti davanti a un noto bar della movida reggina.
In quell’occasione l’uomo, arrivato sul posto insieme ad altri giovani a bordo di un’auto, a forte velocità, è andato a sbattere contro il marciapiede, proprio nelle vicinanze della vittima che stava trascorrendo la serata insieme ai propri amici.
Il ragazzo, avvertito l’impatto della ruota contro il marciapiede, ha fatto cenno al conducente di andare piano, ma ha scatenato così la reazione del guidatore che è sceso dal veicolo, con altri quattro, e con un fare minaccioso gli avrebbe detto delle frasi come “Non sai chi sono io? Sono Giovanni Tegano”, continuando poi ad inveire e a utilizzare la chiave dell’autovettura spingendola contro il collo della vittima, provocandogli delle lesioni.
Recentemente, a seguito di altre indagini svolte sempre dalla Squadra Mobile, supportate da presìdi tecnologici, sarebbero state riscontrate delle “continue ed abituali” violazioni degli obblighi imposti al Tegano con l’Ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari.
Il ragazzo avrebbe infatti non avrebbe rispettato “l’assoluto divieto di comunicare per via telefonica e telematica (Sms e videochiamate)” con persone diverse da quelle con lui conviventi.
Non solo, avrebbe anche preso appuntamenti e ricevuto, con assidua frequenza, amici con i quali avrebbe trascorso serate conviviali nell’abitazione in cui era ristretto.
Per questi motivi, il gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia nella persona del Sostituto Procuratore Distrettuale Antimafia Walter Ignazitto, ha disposto l’aggravamento della misura cautelare con l’applicazione della custodia in carcere.
Pertanto, Tegano è stato rintracciato dalla Polizia nella sua abitazione e portato nel carcere di Reggio Calabria “San Pietro”, dove si trova attualmente ristretto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
(aggiornata alle 17:47)