Sanità: sindaco San Giovanni in Fiore, ospedale doveva chiudere
"Dove era il Presidente della Provincia, Mario Oliverio, quando l'Ospedale di San Giovanni in Fiore si stava spegnendo come una candela, come più volte da lui stesso detto? Dov'era il Deputato Franco Laratta, quando l'Ospedale raggiungeva una condizione inimmaginabile, come da lui stesso affermato un anno addietro? Dov'era il Pd quando l'ospedale locale raggiungeva i livelli bassi che ha raggiunto oggi? Come mai tutti questi soggetti solo oggi riscoprono l'amore per il nostro ospedale?. Forse perché alla guida della Regione Calabria c'e' uno che si chiama Scopelliti e alla guida della città c'e' Antonio Barile". Così il Sindaco di San Giovanni in Fiore, rispetto alle vicende che animano la città florense in merito all'ospedale. "Forse loro - aggiunge - non sanno che l'ospedale locale, dati i numeri che loro passivamente in tutti questi anni hanno fatto raggiungere, doveva essere chiuso. Forse non sanno che il Presidente Scopelliti, con coraggio ha deciso di mettere in atto il Piano di rientro, che più volte annunciato da altre amministrazioni regionali, non e' mai stato messo in campo. Il piano di rientro, serve alla sanità calabrese - dice Barile - per salvarla dal collasso definitivo che anni di malgoverno hanno prodotto . Oggi l'ospedale di San Giovanni in Fiore, già in agonia, viene salvato, pur se con i dimensionamenti dettati dalle esigenze di un piano di rientro. L'ospedale cittadino - dice Barile - va rianimato e lo si deve fare in fretta, per recuperare tutto ciò che non e' stato fatto negli anni passati. Quelli che hanno amministrato il nostro paese - sottolinea - ed hanno un nome e cognome, non possono nascondere la loro incapacità e il fallimento nella gestione della sanità locale, nascondendosi dietro manifestazioni di piazza che hanno il solo intento di screditare una nuova classe dirigente che e' alla guida della Regione e del Comune florense. Ci siamo prefissi infatti - sottolinea - come scopo quello di uscire dalle macerie che la vecchia classe politica ha lasciato nella sanità locale e nell'intero paese. Mi sono rifiutato e mi rifiuto -aggiunge - di partecipare a manifestazioni di piazza che tendono a coprire le malefatte del passato, anche se tali manifestazioni, alcune volte, sono state in buona fede, organizzate da soggetti diversi da quelli citati. Lavoro per il bene della città e per il bene dell'ospedale, senza avere paura di nessuno, di destra o di sinistra". "Il nostro ospedale - sottolinea Barile - si salva solo se saremo in grado,insieme ai tecnici della sanità, di proporre soluzioni economicamente valide e che abbiano una logica. Questo lo si può fare se si hanno capacità amministrative e se si ha il coraggio di alzare la voce anche contro chi e' della tua stessa parte politica, qualora ce ne fosse bisogno. Non ho partecipato alle manifestazioni pubbliche organizzate dal centro-sinistra locale, - sottolinea perché sono strumentali e sono in contraddizione con quanto per anni non hanno fatto per la sanità locale. Io non ho amici verso i quali mostrare atteggiamenti referenziali, - aggiunge - l'ho dimostrato in passato e lo dimostrerò ancora, qualora ce ne fosse bisogno. Scopelliti e la Regione Calabria, non hanno dimenticato San Giovanni in Fiore, e insieme a noi hanno raccolto la sfida di risollevare questo paese, dimostrandolo in sette mesi di amministrazione, in vari settori dell'attività' amministrativa. Lo dimostreranno anche con l'ospedale, se non fosse già abbastanza quanto hanno stabilito nel piano di rientro. E non perché qualcuno grida sulle strade e pensa di far paura, ma perché credono che alla guida di questo paese, questa volta, ci siano persone capaci di guidare una ripresa e che amano sul serio questo territorio. Scopelliti, tutto questo- dice Barile - verrà a dircelo fra qualche giorno proprio a San Giovanni in Fiore, perché gli impegni presi in campagna elettorale, quelli veri, li manterrà ed ha il coraggio di venirlo a sostenere davanti ai sangiovannesi. Altri invece, si rintanano per le strade paese perché non hanno coraggio e sufficiente sostegno per andare ad avanzare le loro pretese a livello regionale o forse perché il loro vero scopo non e' quello di salvaguardare l'ospedale, ma di riappropriarsi del Comune da dove i cittadini sangiovannesi, democraticamente li hanno sfrattati. Stiano tranquilli i concittadini - conclude il Sindaco - che sto lavorando seriamente affinché il nostro presidio ospedaliero diventi degno di tale nome. Abbiamo bisogno di una struttura che se pur dimensionata, funzioni e non di un bacino di consensi elettorali".