Musica. Attribuiti a Ferruccio Messinese due importanti riconoscimenti

Catanzaro Tempo Libero
Ferruccio Messinese

La Commissione Artistica Nazionale della FENIARCO, Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali, ha decretato i brani per coro “Caritas” e “Jubilate Deo” di Ferruccio Messinese, meritevoli di essere pubblicati nel Volume “Melos 3”, collana editoriale a diffusione nazionale che andrà in stampa nel corrente anno solare. La scelta è stata fatta in seguito a regolare Bando di Selezione dalla Commissione Artistica Nazionale dell’importante Ente Corale.“E’ un riconoscimento che mi gratifica molto, anche perché credevo molto in queste composizioni - ha spiegato Messinese - un genere stilistico forse un po’ distante dalle nostre realtà corali; un atteggiamento che, secondo me, riesce bene ad amalgamare l’esigenza compositiva con quella esecutiva corale. I brani sono pensati a 4 voci dispari, ma presentano spesso delle divisioni all’interno delle sezioni del coro che lo trasformano spesso in un ensemble a 7, 8 o 9 parti reali”. Un riconoscimento musicale importante che va ad aggiungersi alla recente affermazione nell’ambito del XIII Concorso Nazionale di Composizione di Canti Natalizi in Vernacolo Calabrese, evento nel corso del quale, al maestro lametino è stato attribuito il Primo Premio nella sezione Composizione. Il brano vincitore, "Allestimundi” (per coro a 4 vv. dd. su testo tradizionale calabrese), eseguito nel corso della serata in prima assoluta dal Coro Polifonico Symphonia – Istituto Musicale “S. Guzzi” di Lamezia Terme (Cz), è una composizione che, spiega il compositore, “intende sottolineare l'inadeguatezza dell'uomo moderno alla nascita del Redentore; impreparazione che spesso viene sottolineata nel corso del brano con delle fasi di concitazione ritmica ed armonica. E' importante ricevere questi attestati di stima - ha spiegato Messinese - poiché contribuiscono a fornire gli stimoli per operare sempre nella giusta direzione; ciò, in un momento particolare per il nostro tempo ove, sembra, stia prendendo sempre più piede una sorta di relativismo culturale”.