Vittime sul lavoro di Arezzo: Orsomarso osserverà un minuto di silenzio
Lunedì 24 settembre 2018, alle ore 11.00, i servizi pubblici e gli uffici comunali di Orsomarso (CS), insieme alla propria comunità, cogliendo l'invito del Segretario Nazionale Funzione Pubblica dell'UGL, Alessandro Di Stefano, per esprimere la vicinanza degli italiani alle famiglie di coloro che hanno perso la vita durante lo svolgimento del proprio servizio presso l'Archivio di Stato di Arezzo, osserveranno un minuto di silenzio.
L’adesione all’appello, fortemente voluta dal sindaco Antonio De Caprio, vuole essere “un ulteriore monito allo Stato, in quanto custode di ogni singolo cittadino, lavoratore o no, affinché si investano concretamente fondi e azioni in favore della sicurezza sul lavoro e più in generale sulla riduzione dei rischi che, ancora oggi, il popolo italiano è costretto a sopportare nella fruizione di luoghi pubblici, la cui cura è demandata al buon senso delle istituzioni in senso lato. Come sindaco di Orsomarso mi stringo attorno al dolore delle famiglie colpite dal luttuoso evento, sperando che questo ennesimo tragico dramma possa scuotere uno Stato rigido al cambiamento e ancora troppo poco impegnato agli interventi di riduzione dei rischi”.
“È assurdo che dopo dieci anni dalla pubblicazione di una delle leggi più all'avanguardia d'Europa, se non del mondo, il Decreto Legislativo 9 aprile 2008 nr. 81, si possa ancora morire sui posti di lavoro”. Lo afferma il Segretario Nazionale UGL FP che ricorda anche come “la nostra Confederazione è sensibile e attenta al dramma delle morti del lavoro, tanto da dedicare il 1° maggio alla loro memoria, affinché queste tragedie non debbano più accadere”.
“Non può essere più tollerata questa condizione di generalizzata ambiguità delle istituzioni - conclude il sindaco De Caprio -. Rilevati i problemi bisogna agire senza se e senza ma. Sarebbe opportuno portare in sede europea un mega progetto di ringiovanimento delle infrastrutture pubbliche italiane, che rappresentano lo scheletro del nostro stato di diritto. Non si perda ulteriore tempo e si agisca con cognizione di causa e fare risolutivo”.
“Quel che è peggio - sottolinea il sindacalista Di Stefano - è che a far vittime, sia stato un dispositivo volto proprio alla salvaguardia delle vite dei lavoratori. Un paradosso e un controsenso che sicuramente deve far riflettere il datore di lavoro più grande in Italia, lo Stato, sull’assoluta necessità di investire fondi sia sulla formazione dei dipendenti pubblici sulle tematiche della sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, sia sulla modernizzazione o, semplicemente, sulla manutenzione, degli stessi luoghi di servizio presso cui ogni giorno milioni di dipendenti pubblici lavorano per la comunità”.