La Kasbah con Lucano: “solidarietà a Mimmo”
“L’amministrazione Lucano ha creato una biblioteca comunale, una piazza con giochi attrezzati per i bambini, un sistema di raccolta differenziata porta a porta con l’uso degli asinelli, un orto biologico a terrazzamento; ha reso le vie del paese colorate e piene di richiami alla lotta alla mafia attraverso la realizzazione di murales realizzati da giovani artisti, ha dato vita a un festival cinematografico sui diritti umani, ha creato posti di lavoro. A Riace sono nate, infatti, numerose cooperative che hanno permesso a coloro che erano costretti ad emigrare di restare con le proprie famiglie. Soprattutto, ha creato un clima di convivenza pacifica fra i popoli”.
La Kasbah onlus, si schiera al fianco di Lucano “per i recenti fatti di cronaca esprimiamo incondizionata solidarietà a Mimmo, il quale ha avuto il coraggio di disattendere leggi ingiuste e disoneste per aiutare persone fragili, perseguitate, probabilmente abusate, violentate e torturate. Eventuali irregolarità o superficialità amministrative non possono infangare, coprire, offuscare, screditare e cancellare quanto Mimmo abbia fatto in tanti anni, con sacrifici e passione. Non possiamo credere che Mimmo sia la persona descritta dalla Procura”.
“Da oltre sette anni, denunciamo il malaffare che c’è dietro all’accoglienza di tipo emergenziale, dalla cosiddetta emergenza nord africa agli attuali Cas, passando per alcuni centri di prima accoglienza per i minori aperti in prossimità degli sbarchi – prosegue la nota - in spregio a tutte le più elementari normative, in nome di un’emergenza che non c’era. Nei confronti di tutti quei gestori malfattori, gli organi istituzionali hanno proceduto alla chiusura dei centri, senza conseguenze giudiziarie né amministrative né tanto meno penali, anche in presenza di palesi violazioni dei diritti umani e di utilizzo scellerato delle risorse pubbliche”.
“Attendiamo ancora di vedere come finirà il processo sulla mala gestione del Cara di Isola Capo Rizzuto, - continua - la cui criminale gestione denunciamo pubblicamente da oltre 10 anni e della cui vicenda stranamente i media hanno deciso di non occuparsi più, se non per dovere di cronaca nel momento in cui si tratta di diffondere comunicati della procura o udienze”.
“Riteniamo che il rispetto delle regole debba essere il primo baluardo per chi nella nostra regione voglia cambiare realmente le cose, - conclude - ma fin quando ci sarà più di una legalità da usare a proprio uso e consumo, sulla base di interessi politici o di poteri nascosti che da sempre relegano la Calabria a ultima regione d’Italia e d’Europa, disobbedire alle leggi sia un dovere”.