‘Ndrangheta: Pd, troppi affiliati cosche ai domiciliari
In Calabria c'e' il ''fenomeno inquietante'' della concessione degli arresti domiciliari ad affiliati alla 'ndrangheta in maniera ''significativamente superiore rispetto ad altre realtà'' e ''inspiegabile in quanto dovrebbe costituire un evento eccezionale''. A sostenerlo sono i deputati del Pd in una interrogazione al Ministro della Giustizia. Nell'interrogazione, il Pd evidenzia come molti degli arresti domiciliari concessi siano stati poi revocati dalla Corte di Cassazione, in particolare a Eugenio Gabriele, Guido Giacomino, Luca Azzinnaro, Andrea Mantella, Pasquale Forastefano e Samuele Lo Vato. I deputati Laura Garavini, Michele Bordo, Luisa Bossa, Giovanni Burtone, Francantonio Genovese, Maino Marchi, Andrea Orlando, Salvatore Piccolo, Walter Veltroni, chiedono quindi di sapere "quale sia l'incidenza statistica dei detenuti per 'ndrangheta o comunque arrestati per reati collegati rispetto al numero complessivo degli arrestati in Calabria'' e se, "nel caso di detenuti per reati di mafia, siano mai stati concessi gli arresti domiciliari per motivi diversi da quelli concernenti l'incompatibilità delle loro condizioni di salute con il regime detentivo o la necessità di prestare assistenza alla prole in caso di impedimento dell'altro coniuge". Nell'interrogazione si chiede anche di sapere se, nel caso di arresti domiciliari determinati dall'incompatibilità delle condizioni di salute con il regime detentivo, "siano sempre stati svolti accertamenti per verificare la possibilità di fronteggiare la situazione in un centro clinico della amministrazione penitenziaria e quali siano le condizioni di funzionamento dei vari centri clinici gestiti dal Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria e se continuino ad essere in grado di operare efficacemente, nonostante i tagli degli stanziamenti di bilancio".