Scrivere di Calabria oggi: la sfida degli scrittori calabresi
Tra gli appuntamenti del terzo pomeriggio di Leggere&Scrivere, festival promosso dal Sistema bibliotecario Vibonese giunto alla settima edizione, si è tenuto il confronto tra alcuni dei più importanti scrittori calabresi. Sullo stesso palco Gioacchino Criaco, Domenico Dara, Nicola Fiorita, Marco Iuffrida e Giuseppe Aloe. Dall’esperienza nata al Salone internazionale del libro di Torino – in cui si sono incontrati per la ‘prima volta’ gli autori – riproposta poi ad Africo e Girifalco si è focalizzata l’attenzione su questa nuova squadra. “Il concetto di squadra è sbagliato, anzi siamo un gruppo apertissimo” ha esordito il romanziere Gioacchino Criaco.
“Gli sforzi di intellettuali venuti prima di noi hanno prodotto una presenza qualitativa fuori dalla Calabria e anche forse dall’Italia”, ha detto l’autore di Anime Nere (Rubbettino). “Confronto nasce per uscire da subalternità in cui ci volevano chiudere. Non vogliamo sostenere operazioni nostalgiche ma essere i portavoci di un territorio”, ha continuato. La parola poi a Giuseppe Aloe, autore di Ieri ha chiamato Claire Moren (Giulio Perrone editore): “E’ appunto nei margini che si inizia una nuova era. Voglio spendere alcune parole per questo festival magnifico, una grande scoperta, emozionante” ha detto Aloe. “E’ nei margini che si inizia una nuova era. Per questo c’è un fiorire di nuove idee nelle periferie del mondo” come la Calabria. Ancora ha detto: “Il senso ellenico ci raccorda. Più siamo chiusi e più conserviamo, per questo stare ai margini è servito a questa esplosione”.
Lo scrittore Iuffrida ha spiegato che “come il blues e il futurismo, è un momento storico in cui la gente si pone domande. La scrittura calabrese c’è sempre stata, noi abbiamo scelto di interpretare quello che abbiamo vissuto. La marginalità, come dicono Criaco e Aloe, non è altro che una forma di arricchimento. Sono le contingenze che ci hanno fatto ritrovare ma non un ghetto”. Anche il docente e scrittore del collettivo Lou Palanca, Fiorita, ha apprezzato nel suo intervento il lavoro svolto negli anni dagli organizzatori del festival per aumentare la platea di lettori in regione. “È un posto piacevolissimo, forse un solo posto al mondo sarebbe migliore per fare questa chiaccherata, è Riace”.
Ha continuato Fiorita: “Torniamo a confrontarci dopo Torino, Africo e Girifalco. Ci sono autori importanti in Calabria perché ci sono lettori. Leggere&Scrivere ne è un esempio tangibile. Lo stesso discorso vale per Rubbettino dal quale tutti siamo passati. L’incontro tra noi non risponde a un progetto, ma è avvenuto per conoscenze incrociate e stratificazione. Dal confronto e la discussione si continua a imparare. E raccontiamo la Calabria dal ’68 in poi che, forse, era stata poco raccontata”, ha aggiunto.
Domenico Dara, autore tra gli altri testi di Appunti di meccanica celeste (Nutrimenti), ha detto: “Non conoscevo nessuno di loro e neanche sapevo che stavano scrivendo. Un atto solitario quindi si incontra con altri atti solitari autonomi, non so se ci sia motivo. E’ fondamentale avere un movimento come, ad esempio, la casa editrice Rubbettino e Leggere&Scrivere. Senza ciò non si potrebbe creare questo legame. Spesso infatti questa terra fa dell’invidia e della rivalità una pratica continua”.
Criaco si è soffermato poi su Anime Nere. “Ha aperto la letteratura degli scrittori calabresi al mondo. La mafia dall’interno, come non l’avete mai vista. Si è aperto il mercato. E poi il film di Munzi: ci serviva un prodotto di qualità artistica alta, girato nel ‘peggior posto’ e con attori locali. I calabresi sanno scrivere, vedrete che quasi tutti gli editori nazionali avranno uno scrittore calabrese, l’obiettivo è uscire dalla marginalità”. E Aloe conclude: “Volete conoscere la vera Calabria? Io consiglio di andare ad Africo, ti apre il cuore verso l’interno”.