Agricoltura in ginocchio per il maltempo. Confagricoltura: conta danni è complessa
“Fiumi straripati, strade allagate e un sistema preventivo che non funziona affatto. Il risultato è, ancora una volta aziende agricole ko. Se già i venti delle scorse settimane avevano minato e non poco l’incerta stagione olivicola del catanzarese, le bombe d’acqua degli ultimi due giorni hanno provveduto a mettere letteralmente in ginocchio l’intero comparto agricolo della provincia; ed è alta la preoccupazione soprattutto per le aziende della presila, delle Serre e della fascia costiera Jonica, di Maida, Lamezia Terme ed Acconia di Curinga, zone in cui la notte scorsa si è verificata la più alta percentuale di allagamenti e frane.”
È quanto denuncia in una nota Confagricoltura Catanzaro, capeggiata da Walter Placida, in cui si sottolinea come la conta dei danni sia ancora molto complessa dal momento che, prosegue “la perturbazione non ha abbandonato completamente i nostri territori che, sempre più in queste situazioni si presentano fragili e inadeguati alle nuove condizioni climatiche”.
Intanto, spiega l’associazione, molti terreni sono sommersi e sono andate distrutte un gran numero di colture agrumicole, olivicole e orticole; tantissime anche le stalle allagate, per non parlare dei gravi danni riportati a capannoni, serre e centri di lavorazione.
“È a dir poco assurdo – sbotta Confagricoltura - che in una regione come la nostra, in cui la terra rappresenta il fulcro dell’economia, non esita un sistema valido di prevenzione per questo genere di situazioni e che le istituzioni (sindaci, Regione, etc.) non si attivino per il riconoscimento dello stato di calamità”.
“Solo in questo modo – conclude Placida - le aziende devastate dalla furia del maltempo possono sperare di risollevarsi, senza dover contare come sempre e solo sulle proprie forze”.