Devastazioni maltempo, Cgil: “che fine ha fatto il Patto per la Calabria?”
Sul rimpallo delle responsabilità istituzionali sul maltempo delle ultime ore esordisce la Cgil di Catanzaro che denuncia i ritardi della Regione sui provvedimenti mancati nei confronti del Catanzarese e del Lametino – così come in altre aree della Calabria – e che avrebbe "inevitabilmente provocato devastazione e causato la morte di una giovane madre con il figlio di sette anni, messo a repentaglio la vita di centinaia di persone, generato sfollamenti e danni incalcolabili al sistema dei trasporti e dell’assetto idrogeologico, causato il blocco del sistema produttivo ed economico dell’intera area.”
“Tutto ciò ripropone con maggiore insistenza il problema della concreta ed efficace messa in sicurezza del territorio – continua Cgil. Ormai, da anni, non si registrano interventi adeguati per fronteggiare attraverso una necessaria manutenzione ordinaria e straordinaria la colpevole situazione di incuria esistente. Eppure, le risorse ci sono, perché sono esplicitamente previste dal Patto per la Calabria sottoscritto nel 2016 tra Regione e la presidenza del Consiglio dei ministri. Per sapere che fine hanno fatto i fondi sarebbe utile conoscere - così come prevede appunto l’articolo 8 dello stesso Patto - lo stato di avanzamento dei lavori, che per l’area di Interventi “Ambiente e Messa in sicurezza del territorio” prevedeva ben 1 miliardo e 661 milioni di euro”.
“Una cifra enorme… Eppure, registriamo ritardi inaccettabili e ci troviamo di fronte a una classe dirigente protesa quasi esclusivamente a gestire ruoli di potere e di governo per soddisfare interessi di ristrette oligarchie avendo, di fatto, abdicato al ruolo di rappresentanza degli interessi generali e collettivi. Anche la solita richiesta, ex post, del riconoscimento dello “stato di calamità”, pur necessaria, non restituisce la vita a persone innocenti e inermi che pagano un prezzo pesantissimo per la sconcertante negligenza di dirigenti e politici sempre più asserragliati nelle ovattate stanze del potere”.
“Mentre siamo impegnati con le nostre strutture sindacali a seguire l’evoluzione della situazione e a prestare il nostro contributo e assistenza alle popolazioni e ai lavoratori – chiosa - chiediamo alla magistratura di accertare e perseguire eventuali responsabili”.