Cerimonia d’inaugurazione dell’anno scolastico dei licei a Castrovillari
È stata a firma della dirigente scolastica Elisabetta Cataldi, dell’Istituto di istruzione secondaria superiore “Garibaldi- Alfano-Da Vinci” di Castrovillari, la bella cerimonia d’inaugurazione delle rispettive scuole per l’anno scolastico 2018/2019, svoltasi nella mattinata presso il Teatro “Vittoria” nel segno dei 70anni della Costituzione: strumento di crescita, coscienza e sviluppo degli individui nonché del bene comune come riconquista della dignità di appartenere.
L’organizzazione dell’evento, curato dallo staff di presidenza del Comitato Studentesco e del personale ATA degli Istituti, era sostenuta nell’allestimento artistico dai docenti del Liceo Artistico e dell’IPSIA, mentre l’aspetto musicale era a firma del maestro Agnese Bellini che ha guidato il coro, formato da ben 70 elementi, della scuola; la regia, del bravo Dario De Luca di Scena Verticale, ed i testi delle docenti Angela Lo Passo e Maria Francesca Piragine, si sono avvalsi in musica dei maestri Daniele Piraino e Cesare Sisca. Sono intervenuti per l’occasione le ginnaste guidate dal maestro Lara Blotta, presenti i giovanissimi del Gruppo folklorico della Pro Loco oltre a esponenti istituzionali del Territorio con Sindaci, consiglieri provinciali, rappresentanti della Regione, delle Forze dell’Ordine e delle Associazioni. Diversi i messaggi di augurio pervenuti. Tutti per ribadire la portata di tali eventi per lo sviluppo umano, sottolineato pure dalla partecipazione dei genitori e di cittadini.
Il momento, dopo l’inno nazionale, è stato aperto, tra la conduzione della voce narrante, dalla preside, che ha dato le ragioni dell’evento nel percorso che sta svolgendo l’Istituto d’istruzione secondaria, ed è stato contrassegnato da più contributi.
Il Sindaco del capoluogo del Pollino, Domenico Lo Polito, ha ricordato il senso che offrono questi istanti per la comunità, per le sue fondamenta, per il vivere civile e, soprattutto, per stare insieme; il consigliere provinciale Marco Ambrogio – presente a nome del presidente della Provincia, Franco Iacucci, assente per motivi di famiglia- ha ribadito, invece, l’impegno dell’istituzione sovracomunale per le scuole come per questo Istituto. Assente perché impossibilitata anche il direttore generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria, Maria Rita Calvosa, che ha fatto giungere i suoi saluti. Durante il momento hanno portato il loro contributo anche i consiglieri regionali Mimmo Bevacqua e Gianluca Gallo, i quali hanno rilanciato il ruolo sociale dell’istituzione scolastica in questo particolare momento storico.
Cuore dell’appuntamento tra coreografie e apporti espressivi, ripercorrendo la storia della Costituzione, naturalmente, le persone, i talenti e le capacità dei giovanissimi, integralmente intesi, tra didattica ed educazione nelle quali è ricompresa la loro identità con l’amicizia e la stessa speranza che li provocano. Quanto li suscita, in questo periodo d’apprendimento-si è riflettuto tra l’altro-, potrà essere afferrato accogliendo quella sfida e quei segni che la realtà propone. Qui gli adulti hanno un ruolo indispensabile per l’accompagnamento. Infatti, proprio nell’affrontare le difficoltà, le sfide e le circostanze concrete che il periodo di studio, e più in generale di apprendimento, destina ai giovani, è importante avere questo sostegno - fra la libertà d’insegnamento e la libertà di educazione dei genitori- al fine di riconoscere il punto di partenza di un cambio di passo per la vita.
Questo avviene nei ragazzi attraverso il coinvolgimento su ciò che li aiuta ad avere uno sguardo più vero- che non può che essere insegnato- per una concezione globale dell’esistenza, segnando la cosiddetta svolta.
Elementi e sfumature che hanno annodato le proposizioni, rappresentate e destinate per un di più, dove rinasce un “io”, per il quale la scuola può fare, con più forza, molto tra le esperienze effettive di educazione e che suggeriscono di andare oltre quel fragile, di cui ciascuno consiste per quel connaturato limite che porta a voler stare al sicuro da tutto ma non alla realizzazione della Casa di tutti e di quel compimento di giustizia, amore, felicità, bellezza per cui ciascuno è fatto.