Volontariato penitenziario, l’associazione LiberaMente fa visita alla Sesta Opera di Milano
L’associazione cosentina ha già siglato un protocollo d’intesa con l’Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Cosenza per rafforzare l’impegno del volontariato penitenziario nell’accompagnamento di persone in esecuzione penale esterna e nella ricostruzione dei legami con la comunità, interrotti a causa del reato.
In questo percorso sono coinvolti dieci volontari tra cui Alessandra, Benedetta e Italo che hanno frequentato il corso organizzato da LiberaMente lo scorso mese di marzo. Il corso, che ha coinvolto a Cosenza circa 40 persone, è stata la prima tappa del progetto Seac che dopo i gemellaggi prevede l’avvio di borse lavoro e la sensibilizzazione della società all’accoglienza delle persone in esecuzione penale esterna.
Alessandra e Benedetta sono due assistenti sociali di 39 e 28 anni che lavorano in due differenti comunità terapeutiche per tossicodipendenti di Cosenza. Nei primi giorni di ottobre hanno fatto visita all’associazione Sesta Opera San Fedele di Milano insieme ad altri sette volontari dell’associazione di volontariato penitenziario LiberaMente nell’ambito dei gemellaggi previsti dal progetto “Volontari per le misure di comunità” promosso dal Seac Coordinamento enti ed associazioni di volontariato penitenziario e sostenuto dalla Fondazione Con il Sud, nato per favorire il reinserimento sociale dei detenuti che devono scontare una pena prevista dalle misure di comunità e che, in alternativa al carcere, possono svolgere lavori di pubblica utilità o attività di volontariato.
La Sesta Opera San Fedele è una delle più antiche associazioni di assistenza carceraria operanti in Italia. Nata a Milano nel 1923, oltre a supportare i detenuti e promuovere varie attività nelle carceri, si occupa del reinserimento nella società di condannati alle misure alternative. “In due giorni abbiamo incontrato i volontari milanesi, partecipato agli incontri di equipe e visitato gli uffici dell’Uepe – dichiara Alessandra – abbiamo ricevuto una bella accoglienza e conosciuto una realtà strutturata che viene tenuta in grande considerazione dalle istituzioni penitenziarie”.
Per Benedetta, Milano e Cosenza sono due realtà molto diverse, ma il gemellaggio è stato utile per poter riuscire ad avviare, anche in Calabria, una progettazione concreta sulle misure di comunità. “È stata un’esperienza positiva e stimolante che ci ha restituito una carica positiva. Molto valida è stata la formazione. Ora sappiamo meglio da cosa partire per riuscire a lavorare su queste misure anche qui da noi”. Insieme a loro c’era anche Italo, 63 anni, imprenditore edile in pensione. “A 20 anni studiavo sociologia a Roma – racconta – e ho fatto un’esperienza, come militare, a Regina Coeli. Dopo tanti anni mi sono riavvicinato a questo mondo come volontario. La visita a Milano è stata davvero interessante e sono rimasto colpito dall’organizzazione dell’Uepe e dal lavoro svolto dalla Sesta Opera. Credo che questo gemellaggio abbia, inoltre, consentito a noi volontari di fare gruppo e conoscerci meglio”.