Luce su bonifica, interrogazione di Correggia e Sorgiovanni al sindaco: “urge assemblea pubblica”
Nei giorni scorsi il Gruppo Consiliare del Movimento 5 stelle di Crotone ha presentato un’interrogazione al sindaco per ricevere informazioni sulla bonifica.
Nello specifico è stato chiesto per “quali i motivi per cui i funzionari comunali, che hanno partecipato alla Conferenza di Servizio, non abbiano confutato il Piano Operativo di Bonifica (Pob Fase 2) che prevede, per l’area ex impianti di Pertusola di circa 25 ettari altamente contaminata da rifiuti industriali pericolosi, la sola messa in sicurezza permanente (Msp) con la tecnica del capping, che altro non è che una tombatura in sito;
la ragione per cui non sia stata assunta la decisione di avvalersi di un soggetto terzo (es. Università o altri istituti di ricerca), che rappresenti gli interessi esclusivi della cittadinanza per la valutazione della soluzione proposta da Syndial e per avere eventualmente suggerimenti sulle alternative possibili di bonifica;
i motivi per cui non abbia preteso da Syndial che facesse almeno quanto realizzato in tutti gli altri Sin d’Italia, con investimenti sensibilmente superiori a quelli previsti per il sito industriale di Crotone”.
Ed ancora “quali dati tecnici siano stati utilizzati per stabilire che la messa in sicurezza permanente (Msp) sia l'unica soluzione percorribile per le aree dove è previsto il capping; con quali presupposti urbanistici, nel Documento Preliminare del Piano Strutturale, l’area Sin soggetta alla Msp sia stata indicata come area di riconversione funzionale, essendo questa interdetta alle persone non autorizzate e a qualsiasi attività produttiva e d’esercizio; se abbia considerato che la città è un’immensa discarica di Tenorm, condizione per cui la popolazione sta pagando, in termini sanitari, un costo elevatissimo che non è stato minimamente preso in considerazione per un eventuale risarcimento da Syndial”.
“Queste e altre domande – riportano i pentastellati - abbiamo posto perché da parte di questa amministrazione si nota un atteggiamento di reticenza e superficialità. Non viene detto chiaramente, infatti, che questo progetto non risponde ad una vera bonifica, in quanto non mira alla rimozione o inertizzazione completa dei veleni presenti nell’area da bonificare, ma prevede la sola rimozione di una parte dei rifiuti pericolosi, mentre la maggior parte di essi non verrà rimossa, ma messa in sicurezza in modo permanente con il capping”.
“Il progetto – precisa la nota - non solo comporterà su vastissima area di diverse decine di ettari un complesso monitoraggio per gli anni a venire, ma si fonda, tra l’altro, su presupposti aleatori con la speranza cioè che quello strato argilloso, presente nel sottosuolo e che dovrebbe separare ed isolare in profondità i veleni dalla sabbia e dalle falde acquifere, sia sufficientemente spesso, cosa non certa, visto che nel progetto POB 2, nel capitolo 6, la stessa Syndial ha evidenziato quanto segue: “il livello argilloso di separazione tra i terreni superficiali e il terreno sabbioso sottostante, ostacolo alla diffusione in profondità della contaminazione, risulta presente ma assottigliato. Tale peculiarità del livello argilloso nella zona Ekrt sud, evidenziata già nel Pob 2008, rappresenta un elemento di attenzione in quanto potrebbe comportare un potenziale rischio per le acque di falda dovuto alla lisciviazione dei terreni”.
“Il sindaco sembra non capire che queste scelte del Pob 2 – incalza la nota - condannerebbero un’area di importanza strategica per lo sviluppo della città di Crotone, visti i livelli di contaminazione rilevati dal piano di caratterizzazione e dall’analisi di rischio-sito specifica, ai sensi del Testo Unico sull’Ambiente, a non poter essere utilizzata e destinata a nessuna riconversione funzionale che possa essere compatibile con le attuali concentrazioni di contaminanti presenti nel sito”.
“Per i suddetti motivi il gruppo consiliare del “Movimento 5 Stelle” ha depositato, una richiesta di assemblea pubblica sulla questione bonifica e sempre nei mesi scorsi ha fatto formale richiesta al Sindaco che fosse effettuata una mappatura dei rifiuti provenienti dagli scarti di lavorazione industriale presenti in tutto il territorio comunale, coinvolgendo l’ufficio ambiente della Regione Calabria, l’Arpacal e tutti gli altri soggetti che possano essere utili ad effettuare un monitoraggio e redigere dei piani di azione per programmare il risanamento delle aree coinvolte”.
“Chissà perché il Sindaco non ha proceduto, così come prevede il Tuel e lo Statuto Comunale, alla convocazione di un’assemblea pubblica, coinvolgendo la cittadinanza in un dibattito che la coinvolge tutta, anche in relazione al tributo che ha pagato e continua a pagare in termini di salute pubblica e, purtroppo, di vite umane”- closa nota.