Richiami all’antica Grecia per il Festival dei Miti contemporanei
Il mito nella terra del mito: a Bova, la Calabria incontra la Grecia e il teatro diviene strumento per un incontro che va oltre le tavole del palcoscenico ed unisce due popoli attraverso l'arte, attraverso un comune sentire, attraverso una lingua che riecheggia anche alle nostre latitudini. È la magia che si è creata ieri sera, nell'ambito del Festival Miti Contemporanei: in prima nazionale, nel cuore dell'area grecanica, è andato in scena "Julius Caesar", una produzione del Teatro Karolos Koun di Atene, che sancisce l'internazionalizzazione del Festival e la sua apertura verso l'Europa.
Un momento teatrale di altissimo livello, una regia (curata da Natasha Triantafylli) innovativa, che porta il dramma shakespeariano oltre il tempo e lo spazio, che ricostruisce gli spazi scenici, partendo dalla platea e ponendo il pubblico sul palco, per poi sovvertire quest'ordine. Le luci non accompagnano, bensì costruiscono il racconto, così come le percussioni suonate dal vivo, in scena, da uno dei più famosi musicisti greci, Petros Kourtis.
Ma è soprattutto il protagonista a conquistare il pubblico (anche ieri sera si è registrato il sold out), portandolo quasi a dimenticare di seguire i sottotitoli in italiano per lasciarsi trasportare dal suono della lingua greca e dalla sua interpretazione straordinaria. Renos Haralambidis (uno dei più bravi e noti attori greci, con all'attivo oltre 50 film), con la sua grandissima presenza scenica, la capacità di mutare registro, di modulare la voce, coinvolge gli spettatori e fa rivivere emozioni e riflessioni senza tempo. Accanto a lui, il coro composto da tre attori italiani, che hanno condotto letteralmente il pubblico dentro lo spettacolo, iniziando a narrare la storia già all'esterno dello spazio cultura che ha ospitato lo spettacolo. Un grande momento, come sottolineato anche dal sindaco di Bova, Santo Casile, che ha voluto portare il saluto, in greco, agli ospiti ellenici.
La serata è proseguita con un intenso momento dedicato alla danza contemporanea: in scena "Silenzio a due voci - Procne e Filomela", una produzione Create Danza (vincitore del bando nazionale Miti Contemporanei 2018 per compagnie o singoli artisti calabresi), con la regia e le coreografie di Filippo Stabile, anche protagonista in scena insieme ad Elena Mandolito e Marianna Chiarelli, in un coinvolgente, magico e sensuale viaggio nel mito.
E oggi, 25 novembre, ancora una serie di importanti appuntamenti, di scena questa volta al Castello Aragonese di Reggio: alle ore 17,30, un incontro, realizzato in collaborazione con il Festival Orestiadi di Gibellina. Per la prima volta a Reggio si confronteranno addetti ai lavori, registi, critici, sul tema "Tra Memoria e Innovazione: il Teatro universale e lo sguardo di Oggi". Interverranno: il direttore artistico del Festival Miti Contemporanei, Teresa Timpano, il regista Matteo Tarasco, il direttore del Festival Orestiadi di Gibellina, Alfio Scuderi, il critico teatrale di Avvenire e di Tv2000, autore del programma televisivo "Retroscena", Michele Sciancalepore, la giornalista Elisabetta Reale. Modererà i lavori la giornalista e critico teatrale Paola Abenavoli.
Di seguito, sempre il Castello Aragonese ospiterà il debutto dell'opera teatrale realizzata in residenza, con 7 giovani attori, su testo di Katia Colica, "Metamorfosi". La regia sarà di Matteo Tarasco, uno dei più acclamati ed innovativi autori della scena contemporanea, che lo scorso anno ha diretto Teresa Timpano nella splendida "Penelope", presentata in anteprima proprio nel corso della scorsa edizione di "Miti contemporanei" e che ha riscosso grande successo al Festival di Spoleto.