Festival Miti contemporanei, sold out per la prima di “Metamorfosi”
Ancora un grande successo (e ancora un sold out) per "Miti Contemporanei": il Castello Aragonese, ieri sera, ha ospitato la prima nazionale di "Metamorfosi", lo spettacolo nato in residenza teatrale, con sette giovani attori provenienti da tutta Italia, diretti da Matteo Tarasco. Il testo si ispira alle "Metamorfosi" di Ovidio che l'autrice della drammaturgia, Katia Colica, ha reinterpretato, attingendo anche da altri miti e avvicinando i testi classici alla realtà contemporanea.
Ne è scaturita una trasposizione innovativa, coinvolgente, che ha trasportato, autenticamente e letteralmente, il pubblico nella storia: gli spettatori hanno seguito gli attori tra i percorsi del Castello e tra i loro racconti, per arrivare in una delle sale in cui i vari monologhi trovavano una sintesi.
Il pubblico entra nella scena, ne è parte, mentre i giovani interpreti interagiscono, parlando di se stessi e dell'umanità, di rapporti umani e familiari, delle difficoltà del vivere, osservati dagli spettatori e osservandosi attraverso i cellulari tenuti sempre in mano; i loro racconti sono sempre mediati da quello schermo, dall'invio compulsivo di messaggi, che diventano anche il mezzo per parlare e confessarsi ai propri congiunti. Lo smartphone fa parte del tovagliato, tra un piatto e una forchetta, mentre la realtà virtuale con cui gioca uno dei protagonisti si confonde con la passione reale. Voglia di mostrarsi, ma anche di nascondersi, sotto un tavolo o tra i meandri del castello. Metamorfosi, cambiamenti, visioni di vita che si intersecano, tra rappresentazione e realtà.
L'innovazione scenica di Tarasco e la bravura dei giovani attori esaltano e sottolineano la forza drammaturgica del testo di Katia Colica, trovando una intensità scenica vincente. Ancora un successo, dunque, di uno spettacolo proposto nell'ambito del Festival "Miti Contemporanei". Festival che, nel pomeriggio, ha proposto anche un altro interessante e partecipato momento: un incontro sul tema del Mito, dal titolo "Tra Memoria e Innovazione: il Teatro universale e lo sguardo di Oggi". Per la prima volta a Reggio, un confronto che ha visto critici teatrali, addetti ai lavori, registi dibattere su argomenti che riguardano il teatro, ma anche e soprattutto la crescita culturale e sociale dei territori. Un incontro dal quale sono emerse riflessioni sul valore del mito, sulla sua contemporaneità, su cosa rappresenti o possa rappresentare per i giovani, sullo sviluppo che può nascere per le città dalla valorizzazione del mito e del teatro.
A confrontarsi su questi argomenti, nel corso del dibattito moderato dalla giornalista e critico teatrale Paola Abenavoli, il direttore artistico del Festival Teresa Timpano, il regista Matteo Tarasco, il direttore del Festival Orestiadi di Gibellina, Alfio Scuderi, ed il critico teatrale di Avvenire e di Tv2000 e autore del programma "Retroscena", Michele Sciancalepore. Il Festival si avvia, quindi, alla conclusione con un vero e proprio evento: la prima nazionale di "Odissea.
Un canto mediterraneo", con Peppe Servillo e Mario Incudine (in scena insieme ad Antonio Vasta, Anita Vitale, Giorgio Rizzo, Antonio Putzu e Faisal Taher e l'Orchestra popolare siciliana, con la partecipazione di Kaballà), che andrà in scena venerdì 30 novembre, alle ore 21, al Teatro Cilea. Uno spettacolo "dedicato al viaggio e alla capacità dell’uomo di raccontare storie. Al viaggio inteso come andare via dalla propria terra, perché la terra non ci appartiene. Al viaggio inteso come capacità di ritornare per ripartire ancora".