Interessante seminario sui paesaggi rurali: ospite dell’UniRc il professor Agnolotti
L’evoluzione del paesaggio rurale italiano e, parallelamente, degli approcci metodologici inerenti al suo studio, alle ricerche e alle strategie di gestione, con riferimento anche al sistema normativo generale e settoriale e le attuali esperienze e iniziative incentrate sulla identificazione, interpretazione, pianificazione e valorizzazione dei paesaggi rurali storici sono stati i temi del ciclo di seminari promosso dalla Biblioteca del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, significativamente intitolato “I paesaggi dei viventi”.
Nella scorsa settimana l’apertura del seminario su “I paesaggi rurali storici” è stata affidata a Mauro Agnoletti dell’Università di Firenze. Dopo il saluto del Giuseppe Zimbalatti, direttore del Dipartimento di Agraria, Salvatore Di Fazio ha presentato il relatore delineandone la personalità scientifica e l’impegno nei diversi ruoli attualmente rivestiti: Direttore del laboratorio del Paesaggio e Beni Culturali della Scuola di Agraria dell’Università di Firenze, Presidente dell’Osservatorio del Paesaggio della Regione Toscana, Coordinatore Scientifico dell’Osservatorio Nazionale del Paesaggio rurale e Presidente del Comitato Scientifico del Programma Mondiale Fao sui Paesaggi Agricoli Tradizionali.
Il seminario, organizzato in collaborazione con Touring Club Italiano e con l’Ordine dei Dottori agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Reggio Calabria, ha registrato la partecipazione di un pubblico numeroso e attento, prevalentemente composto da docenti, studenti e professionisti.
Di Fazio ha quindi inquadrato il tema dei paesaggi rurali storici all’interno del ciclo di seminari, facendo esplicito riferimento ai recenti testi dell’Autore, in particolare la monografia “Italian Historical Rural Landscapes: cultural values for the environment and rural development”.
Dal seminario è emersa una visione del paesaggio rurale come di un complesso paesaggio bio-culturale, con ciò facendo riferimento a una matrice scientifica risalente agli studi di Carl Sauer degli anni Venti, nella quale la componente umana e quella naturale non sono viste come antitetiche, ma intrinsecamente interdipendenti.
“La storia del paesaggio deve sempre essere rapportata alla storia delle espressioni culturali e dei modi di vita delle comunità insediate” - ha sottolineato Agnoletti e ne ha dato evidenza attraverso una rapida rassegna dell’evoluzione del paesaggio rurale italiano, nel quale sia l’agricoltura sia una sapiente gestione forestale hanno dato un contributo determinante.
Il paesaggio rurale interessa quasi il 90% del nostro territorio e ci è pervenuto con una forte connotazione storica, recando ancora ben evidenti i segni della centuriazione romana, della civiltà monastica, del “buon governo” della campagna e della città rappresentato da Ambrogio Lorenzetti. Da questo punto di vista vale ancora quanto evidenziato da Emilio Sereni, nel suo celebre studio sulla storia del paesaggio agrario italiano. Di esso Sereni focalizza una qualità specifica, ovvero il ruolo peculiare e insostituibile svolto dall’agricoltura, laddove questa, pur ricercando le finalità economiche che le sono proprie, nel tempo è stata esercitata rispettando la natura e producendo bellezza. Oggi, molti dei disastri ambientali di cui ci preoccupiamo, tra cui il dissesto idrogeologico, più che all’avanzare dello spazio urbanizzato sono dovuti proprio all’abbandono sia dell’uso agricolo del suolo, sia di una appropriata gestione forestale.
Riguardo a quest’ultimo riscontro Agnoletti ha portato diversi esempi, facendo riferimento al suo ultimo lavoro “Storia del bosco: il paesaggio forestale italiano”, appena pubblicato dall’editore Laterza.
“Dove l’agricoltura è in crisi e più rischia l’abbandono – ha sottolineato Agnoletti – la valorizzazione del paesaggio rurale, anche dal punto di vista economico, può aiutarla a restare”. Oggi il turismo rurale si sviluppa di più dove la qualità del paesaggio fa da attrattore ed elemento identitario dei luoghi. La qualità del paesaggio può a sua volta esser di traino per l’agricoltura: essa marca la tipicità dei prodotti e aiuta a comunicarla; aggiunge ai prodotti stessi un grande valore conferendo ad essi un carattere di unicità, altrove irriproducibile.
Quindi Agnoletti si è soffermato sulle diverse iniziative oggi in atto per la valorizzazione dei paesaggi rurali storici. In particolare, egli ha tracciato il percorso culturale che ha portato il Ministero per l’Agricoltura e le Foreste a lanciare l’iniziativa del Registro nazionale dei paesaggi rurali storici e delle pratiche agricole tradizionali che vi sono associate. Infine, egli si è soffermato sul programma in atto in ambito Fao su “Globally Important Agricultural Heritage Systems”, nel quale ci si propone di garantire la tutela dei paesaggi rurali storici di riconosciuto interesse mondiale applicando i principi della conservazione dinamica e facendo sì che lo stesso paesaggio possa essere motore di sviluppo sostenibile nelle aree rurali.
Al termine del seminario si è avviato un vivace dibattito, concluso da Francesca Giuffré, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Reggio Calabria, la quale ha evidenziato l’importanza dei temi trattati in ambito operativo ed ha auspicato il proseguimento della proficua collaborazione con il Dipartimento di Agraria per la formazione e l’aggiornamento di tecnici e professionisti.