Guccione (Pd) ad Oliverio: “centri per l’impiego, recuperare vecchie banche dati”
“In Calabria, nei quindici Centri per l’impiego e nelle trenta sedi periferiche collegate, servirebbero almeno altri 1200 operatori in più. Assunzioni che garantirebbero un più efficace accompagnamento e inserimento nel mondo del lavoro. A marzo 2018, negli uffici del servizio pubblico regionale calabrese risultano impegnati 406 operatori che si trovano a gestire circa 1500 utenti a testa, contro una media nazionale – secondo gli ultimi dati Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro) - di 359 utenti per ogni operatore”.
È quanto afferma il consigliere regionale Carlo Guccione che ha inviato un’interrogazione a risposta scritta al presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio per sapere quali iniziative urgenti intenda adottare per “dare la possibilità ai Centri per l’impiego della Calabria di essere all’avanguardia e di rispondere in maniera efficiente e qualificata alle richieste di chi è in cerca di lavoro”.
“È necessario riposizionare il personale attualmente impegnato nei Centri per l’impiego a seconda del bacino di utenza presente nei quindici Centri regionali. È inoltre fondamentale – afferma il consigliere Guccione - potenziare le trenta strutture periferiche aumentando il numero dei dipendenti affinché si possano erogare anche nelle sedi decentrate tutti i servizi offerti dalle sedi centrali. Adeguandole a livello tecnologico, garantendo un’adeguata dotazione informatica. Servirebbero almeno altre 1200 unità per adeguare i Centri per l’impiego calabresi agli standard del resto d’Italia. In queste condizioni ben presto si troveranno ad affrontare un’ulteriore emergenza: come faranno a fronteggiare l’afflusso delle domande di Reddito di cittadinanza, nel momento in cui verrà approvato?”
“La rete pubblica nazionale dei servizi per il lavoro è composta da 552 Centri per l’impiego (Cpi). Al 31 dicembre 2017, secondo i dati Anpal, nei Cpi nazionali sono operative 8189 unità lavorative. A differenza invece della Germania dove vi sono 110mila operatori a sostegno dell’inserimento lavorativo; in Francia sono circa 45mila; in Gran Bretagna 60mila. I dipendenti dei Cpi devono gestire un numero elevato di disoccupati e inattivi. L’organico attuale dei Centri per l’impiego calabresi – spiega Guccione all’interno dell’interrogazione - è insufficiente e notevole è la mole di lavoro che, aggiunta alla mancanza di un’adeguata banca dati e del relativo sistema informativo, non può che risultare ancora più difficoltoso per la Regione Calabria gestire le politiche attive per il lavoro. Tra i Cpi più importanti, inoltre, si riscontra non solo la carenza delle apparecchiature informatiche, ma manca addirittura carta e toner”.
A partire da luglio 2018 la Regione Calabria ha assunto la competenza gestionale dei servizi per l’impiego con l’immissione nei ruoli regionali del personale impegnato nei servizi proveniente dalle Amministrazioni provinciali calabresi e dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria per un totale di 406 persone – spiega la nota. La Regione Calabria a luglio del 2017 si è dotata del Sistema Informativo Lavoro (Sil) regionale che consente di allineare tutte le informazioni sulla situazione occupazionale e lavorativa dei cittadini registrati nei vari Centri per l’impiego della Calabria.
“Prima dell’istituzione del Sil – è scritto nell’interrogazione - vi erano cinque distinti sistemi informativi in ogni provincia. È l’azienda Calabria Lavoro a detenere la gestione del sistema informativo regionale che gestisce la banca dati degli iscritti al Centro per l’impiego. Il problema è che il sistema informativo racchiude solo i dati che vanno dal 2008 da oggi, ma non quelli precedenti all’entrata in vigore della comunicazione obbligatoria”.
“L’azienda Calabria Lavoro che gestisce la banca dati degli iscritti al Centro per l’impiego, dovrebbe farsi carico, il prima possibile, anche delle comunicazioni precedenti al subentro della telematizzazione delle comunicazioni obbligatorie, la cui data di avvio è il 5 marzo 2008. Fin quando permane tale situazione – termina Carlo Guccione - tutti i percorsi lavorativi registrati nelle banche dati regionali, risultano attendibili solamente per i rapporti lavorativi successivi al 5 marzo 2008. Bisogna trovare una immediata risoluzione e recuperare con celerità i dati giacenti nei singoli sistemi provinciali nel periodo precedente al 2008. Non si può correre il rischio di disperdere un patrimonio così importante”.