Sorgenti radiogene: controlli di Spisal e Arpacal nelle strutture sanitarie catanzaresi
Sono 225 in provincia di Catanzaro le comunicazioni obbligatorie di attivazioni di macchinari contenenti sorgenti radiogene, come ad esempio quelli per le radiografie per l’arcata dentale, che sono state trasmesse nell’ultimo triennio, per come richiesto dalla legge, al Servizio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro ( SPISAL) dell’Azienda Sanitaria di Catanzaro e al Laboratorio fisico “E. Majorana” del Dipartimento provinciale di Catanzaro dell’Arpacal.
Sulla base di questa “popolazione” di operatori della sanità privata e pubblica, ospedali e cliniche non compresi, Arpacal e Spisal di Catanzaro hanno deciso di approfondire i controlli documentali e procedere a campione anche a misurazioni di valori emessi dai macchinari direttamente in sito. Tutto ciò, oltre che per un controllo del rispetto della normativa di settore, al fine di garantire la qualità degli ambienti di lavoro e la sicurezza delle persone che, o per lavoro o perché pazienti, sono a contatto con quei luoghi.
L’Arpacal, come prevede la normativa di settore, riceve infatti le denunce di detenzione di sorgenti radiogene da parte delle strutture sanitarie e può procedere a controlli di corrispondenza tra ciò che viene dichiarato e quello che è effettivamente adoperato nelle stesse. Lo Spisal, invece, interviene per verificare il rispetto della normativa di settore in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Oggi pomeriggio, nella Direzione centrale dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria), tecnici Spisal e dell’Agenzia Ambientale calabrese hanno presentato i dati di questa ricerca ad una platea di addetti ai lavori – esperti qualificati, operatori del settore, cultori della materia – evidenziando un dato su tutti: nessuno studio titolare di tali macchinari è stato sanzionato o, in casi estremi, individuato come abusivo nel possesso di sorgenti radiogene.
E’ anche vero che i controlli hanno permesso di consigliare ai titolari degli studi con sorgenti radiogene, alcune criticità da risolvere, per garantire gli stessi ed il pubblico che vi accede: ad esempio mantenere una certa distanza delle sale d’attesa dalle stanze in cui sono presenti determinati apparecchi, oppure chiudere le porte delle diverse aree e segnalare con appositi avvisi, o anche proteggere gli interruttori delle macchine da possibili attivazioni da parte di intrusi.