Terremoto in Regione: Riccio, “Subito concorsi pubblici con procedure trasparenti”
“Il terremoto giudiziario che si è abbattuto sulla Regine Calabria, intesa come istituzione ma anche come comunità, malgrado il silenzio assordante con cui è stato percepito, segnala un aspetto che va ben al di là dei presunti reati ascritti agli indagati.”
Lo rende noto Eugenio Riccio, Consigliere comunale di Catanzaro, che aggiunge: “E' utile premettere che, avendo piena fiducia nello Stato di Diritto, mi auguro che tutti, giudici ed indagati, possano dimostrare le loro posizioni al di là di ogni ragionevole dubbio. Ma non posso fare a meno di valutare la gravità di quanto accaduto in merito al fatto che la Regione Calabria, intendendola sempre nella doppia veste, in meno di un anno ha visto ridursi considerevolmente una classe dirigente colpita da inchieste giudiziarie. Cose che capitano ovunque? Forse. Ma la domanda che sorge spontanea è in merito al ricambio di cui la dirigenza amministrativa degli enti di questa terra hanno urgenza. E questo non solo a seguito di inchieste giudiziarie. Non è solo una questione anagrafica, non è solo una questione di genere.”
“In questa Regione –procede il consigliere - non si è permesso che crescesse una classe dirigente scevra dalle logiche politiche. E non perchè non ci fossero le opportunità da offrire a dei giovani preparati che, lo sappiamo bene, fanno la fortuna di altre Regioni d'Italia, costretti come sono stati a lasciare la propria terra, ma perchè la politica è stata la più soffocante delle piovre che ha bloccato ogni tipo di sviluppo strutturale ed umano della Calabria. La pubblica amministrazione non ha più quella indipendenza gestionale che garantisce al cittadino il rispetto dei propri diritti. Ecco perchè la richiesta e l'urgenza che oggi manifestiamo è una e una sola".
"Subito concorsi pubblici per ricoprire incarichi di funzionari e dirigenti nella pubblica amministrazione, con commissioni di valutazione lontane dalla politica locale e con procedure trasparenti. Il sistema della rotazione, così come applicato, ha fallito per un motivo molto semplice, perchè ancora prevale la "nomina" come criterio di scelta che di certo, se blinda interessi particolari, non garantisce la qualità e men che meno la tutela della collettività. Si proceda – conclude Riccio- a quel ricambio generazionale che non significa solo anagrafico, ma significa cambio di cultura e di passo immediato in tutti gli enti pubblici.”