Animali, nel Parco Nazionale della Sila svernano due rarissime cicogne nere

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Per il terzo inverno consecutivo la Cicogna nera sverna nelle foreste della Sila, quest’anno, all’adulto si è aggiunto un giovane, un fatto straordinario in ambito nazionale, accertato e costantemente monitorato da Gianluca Congi.

La Cicogna nera (Ciconia nigra) è un magnifico uccello dalle notevoli dimensioni, avendo un’apertura alare di circa 2 metri. È una specie rarissima in tutto il continente europeo ma lo è ancor di più in Italia, dove a seguito dell’estinzione è ritornata a nidificare solo nel 1994 (Piemonte). Pochissime le coppie che si riproducono, ecco perché a giusta ragione è considerata tra le specie ornitiche più rare e sensibili del Paese. Per la prima volta, a dicembre 2016, è stata documentata la presenza di un individuo adulto all’interno del Parco Nazionale della Sila grazie ai continui monitoraggi di Gianluca Congi, sicuramente tra i maggiori osservatori degli uccelli della Sila. La specie è molto schiva, se non fosse per le cospicue dimensioni, spesso sarebbe difficile da osservare.

Agli inizi del 2017 è stata ripresa con spettacolari immagini. Anche nel successivo periodo invernale 2017-2018, l’adulto di Cicogna nera ha svernato nel Parco della Sila, a oltre 1300 metri e presente già da novembre fino al successivo febbraio. Quest’anno, alla terza stagione consecutiva, la rarissima Cicogna nera adulta ha fatto la comparsa non più da sola, infatti, all’adulto si è aggiunto un giovane, per la prima volta svernanti assieme nel cuore della Sila e in Calabria, atteso che gli unici casi noti di osservazioni invernali 15 dicembre-15 febbraio (uno storico del 1854 e uno del gennaio 2000) sono stati segnalati come occasionali, avendo riportato un unico avvistamento, sempre all’interno di aree pianeggianti o costiere della regione e mai come riferito, in zone montuose e per un lungo periodo di tempo.

Quasi ogni giorno Gianluca Congi va a controllare che le due cicogne stiano bene, ormai è il loro angelo custode, mosso da una passione innata, va a osservarle con grande discrezione, annota orari, movimenti e particolari utili allo studio, parimenti controlla che non ci siano azioni di disturbo o peggio casi di bracconaggio. La principale area di presenza è tuttora mantenuta segreta per ovvie ragioni protezionistiche, pur se è stata avvistata fino a circa 30 km in linea d’aria da questi luoghi, di fatti sigli spostamenti sono stati registrati a largo raggio su una vasta porzione della Sila.

Lo studio sul primo caso di svernamento documentato regolarmente per un periodo di oltre due mesi e mezzo, è stato già pubblicato dall’ornitologo Congi sulla rivista scientifica di ornitologia Alula, edita dalla S.R.O.P.U. (Stazione Romana Osservazione e Protezione Uccelli) – volume XXIV (1-2) – 2017. Si tratta, tra le altre cose, anche di un importante contributo per la conoscenza della presenza invernale della specie nell’area appenninica italiana, dove gli studi e i monitoraggi di svernamenti della specie sono pressoché sconosciuti. Stando anche allo scambio di dati e informazioni, nella prima quindicina di dicembre 2018, in Italia, le uniche segnalazioni invernali note sul maggiore database ornitologico italiano (ornitho.it) e riguardanti questa specie, provenivano dal Piemonte, dall’Emilia Romagna e dalla Calabria (Sila).

I casi di svernamento nel nostro Paese negli ultimi decenni sono sicuramente aumentati ma comunque restano eventi rari e sempre di grande fascino per la bellezza dell’animale; in questo periodo, dai dati in possesso, quella della Sila è la quota più elevata per lo svernamento della Cicogna nera in Italia.