Legalità, se n’è partato con l’Aiparc al Panella-Vallauri
Si è svolta nella mattinata odierna la Conferenza sui temi della Legalità, dei diritti e della tutela dei minori. I lavori si sono aperti alle 10, presso l'Aula Magna dell'Istituto “Panella-Vallauri”. Moderati dall'Avvocato Angiola Infantino, Presidente Commissione Legalità Aiparc di Reggio Calabria, dopo i saluti della DS professoressa Anna Nucera e delle professoresse Mariella Laurendi Lucisano ed Irene Tripodi, rispettivamente Vicepresidente Aiparc di Reggio Calabria e Presidente Nazionale Aiparc, si sono svolte le relazioni del Dottor Roberto Di Bella e del professor Rocco Zoccali.
La Dirigente scolastica Anna Nucera ha ringraziato “il Dottor Di Bella per la sua umanità tesa a salvare molti dei nostri ragazzi ed il Prof. Zoccali per il suo contributo scientifico”.
La Presidente Nazionale Aiparc ha apprezzato l'impegno e l'onestà intellettuale della DS Anna Nucera, affermando che “siamo qui per promuovere la formazione di una coscienza critica nei giovani contro la 'ndrangheta che sta bloccando lo sviluppo di questo territorio. Occorre togliere il futuro alla mafia, quindi bisogna liberare molti giovani dal rischio attraverso la promozione di una cultura della legalità, premessa indispensabile per la formazione di cittadini che difendano i valori della dignità, della libertà, della solidarietà e della sicurezza da acquisire e proteggere nel tempo. Infine, esprimo la mia solidarietà alla Dirigente Nucera sotto attacco per aver difeso autonomia di scelta nelle attività di formazione e di riflessione culturale dei ragazzi, partendo dalla realtà e non prescindendo da essa”.
La moderatrice, Avvocato Angiola Infantino ha introdotto il tema “della decadenza o della sospensione della responsabilità genitoriale dei soggetti che appartengono alla criminalità, quando un genitore non riesce a svolgere la sua funzione. Quando addestra all'uso delle armi, quando è latitante, quando non è in grado di garantire la crescita del minore in un quadro di regole costituzionali, così come recitato nell'articolo 30 della Costituzione”.
Dottor Di Bella, Presidente del Tribunale per i Minori di Reggio Calabria: “dal 1993 ad oggi il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria ha sottoposto a giudizio 100 minori per mafia ed oltre 50 per omicidio o tentato omicidio. Molti di loro oggi sono al 41bis, alcuni sono caduti sul campo, altri sono latitanti, hanno molto denaro ma vivono sottoterra. Ancora oggi continuiamo a giudicare ragazzi appartenenti a famiglie di 'ndrangheta; alcuni hanno aiutato latitanti, altri per spaccio, altri ancora per aver chiesto soldi, vestiario e viveri nei negozi. La cultura della 'ndrangheta viene trasmessa in famiglia e noi abbiamo deciso di intervenire con provvedimenti sia penali che civili. Li mandiamo fuori dalla Calabria presso altre famiglie, evitando così un futuro di morte o sofferenza ed aumentando la loro capacità di conoscenza, per poter essere liberi di scegliere il loro destino. Avranno relazioni nuove e affettive fino ai 18 anni di età, poi diventeranno liberi di scegliere, devono essere contenti per quello che sono e non per un brand, un marchio familiare".
"Noi siamo giudici e non avventurieri del diritto - ha detto innanzi- rispettiamo la Costituzione come anche la Convenzione Internazionale dei Diritti del Minore, se il giovane è a rischio l'Autorità Giudiziaria può intervenire. Fino ad oggi abbiamo adottato 60 provvedimenti di allontanamento garantendo legalità, scuola e affettività rendendoli liberi di esprimere le proprie potenzialità. Molti arrivati ai 18 anni ci hanno chiesto di rimanere e noi li aiutiamo attraverso l'associazione Libera. Molte mamme, dopo l'arrabbiatura, quando capiscono che noi vogliamo aiutare i loro figli, accettano questi percorsi alternativi; alcune si pentono e ci chiedono di essere allontanate. Il Tribunale per i Minorenni non è un'istituzione nemica ma un baluardo contro l'illegalità. Anche la scuola deve potenziare la sua offerta formativa, nella scuola ci vanno tutti, dal figlio del magistrato al figlio del boss. Bisogna aumentare l'offerta formativa e segnalare i fenomeni di dispersione e bullismo. Noi possiamo evitare che certi comportamenti possano essere substrato per un futuro di sofferenza. Stare in una cella 3x3, il carcere è un cimitero vivente. La scuola può fare molto, deve fare molto di più”.
Prof Rocco Zoccali: “un punto di vista scientifico io sono molto pessimista, la nostra società calabrese non ha speranza. Se non si cambia metodo non c'è speranza. In psichiatria noi la chiamiamo “ridondanza”. Io li chiamo “delinquenti” con disturbo della personalità, il termine “'ndrangheta” richiama altri valori. C'è una componente neurologica condizionante “mancanza di empatia”. Richiamo un concetto di Cesare Lombroso che indicava nei criminali la presenza di caratteri ereditari. Ereditiamo tutti gli organi, anche il cervello che può subire più facilmente modificazioni a partire dall'ambiente. Il “peso biologico” condiziona fortemente, la poca Ossitocina porta rancore, violenza ecc. Se il “peso biologico” non è grandissimo qualcosa può cambiare ma in “famiglie disfunzionali” viene favorita l'uscita della parte più malata. Ci sono delinquenti che purtroppo hanno un alto rischio di finire in carcere, invertire la rotta è molto complesso perché ci sono casi in cui l'ambiente esterno non può fare nulla”.
La Professoressa Irene Tripodi, Presidente Nazionale Aiparc: “in conclusione possiamo ritenere l'incontro produttivo per un approccio più complesso al fenomeno della mafia che pregiudica il vero sviluppo della nostra terra”.