Un anno fa l’omicidio del giovane Parretta. Fiaccolata a Crotone, e il messaggio: “basta armi, basta guerre”
“Peppe vive”: due parole semplici affisse su uno striscione; forse scarne ma colme di un forte significato. Una frase che fa ripiombare una comunità a quella triste sera di un anno fa, era il 13 gennaio del 2018.
Una data che la città non ha dimenticato: il giorno in cui il giovane Giuseppe Parretta, appena diciottenne, perse la vita (LEGGI) sotto i colpi di pistola sparati da Salvatore Gerace, convinto che il ragazzo e la sua famiglia lo spiassero (LEGGI).
Dodici mesi dopo Crotone non dimentica e, anzi, torna a ricordare Giuseppe con una fiaccolata. Poco meno di un centinaio di persone, ieri sera, si sono avviate in silenzio con in testa lo striscione realizzato dai suoi compagni di scuola, il liceo artistico “Santoni”.
Davanti al corteo la battagliera mamma del 18enne, Katia Villirillo, che ha sempre guidato l’associazione Libere Donne. Nessun rappresentante istituzionale e della politica. Ma poco importa: tanti invece i giovani e le associazioni che si strette intorno alla madre e che si sono incamminati silenziosamente dal centro storico raggiungendo la sede dell’associazione dove Giuseppe fu ammazzato un anno fa e dove viveva con la famiglia.
Qui si è conclusa la cerimonia con la scopertura di una targa con incise altrettante significative parole, un invito: “basta armi, basta guerre”, e l’augurio della affinché proprio “questo luogo di dolore” debba rinascere.
Una speranza ribadita anche da don Serafino Parisi, rettore della Cattedrale di Crotone che ha definito questa come la strada della “redenzione e del riscatto” che si deve percorrere, soprattutto in una città come questa, dove – ha ricordato ancora Parisi - vive un popolo “rassegnato” che, ed è questo l’auspicio, deve però “riprendersi” e “risorgere”.