Animato dibattito alle Muse: la città si deve riappropriare del senso civico
Gremita sala per la domenica alle Muse, ed un argomento di grande interesse e stimolo soprattutto, perché anticipa le prime riflessioni su quella che sarà la città del domani, o meglio su chi, cosa o coloro che amministreranno la città di Reggio Calabria.
“Reggio: visioni e pensieri” è stato il titolo interessante che ha creato una vera e propria interazione con il pubblico presente, il quale ha fatto domande ed ha dato delle risposte, dopo le tante proposte degli ospiti, noti intellettuali e professionisti reggini.
Il presidente Livoti- ha esordito sull’idea di un appello alla città, ai cittadini, proprio per inserire e trattare le problematiche di Reggio Calabria, per domandarsi quali i cambiamenti in questi anni, le evoluzioni o anche involuzioni, quale lo stato dell’arte e cosa magari ci si aspetta o immagina della città nel suo prossimo futuro. Dobbiamo farci delle domande per ottenere delle risposte. Siamo contenti di come vanno le cose? E come vorremmo la città nel prossimo futuro visto le imminenti elezioni al consiglio comunale? Per la vicepresidente Francesca D’Agostino, un incontro libero e pieno di idee, dal carattere apolitico in cui fare coinvolgere le voci autentiche della città.
Antonio Nicolò – anatomopatologo, rappresentante dell’alta medicina reggina e calabrese, già rappresentante del mondo politico della città si è soffermato sul desiderio e la voglia di invertire la rotta, ma occorre mettere da parte gli interessi di chi usa la politica per proprio tornaconto. Manca l’educazione civica, il senso civico, pensiamo ai giovani ma, intanto i giovani scappano via - dice Nicolò-. E poi, le invidie che dividono i reggini per cui, ogni cosa che viene fatta, va successivamente distrutta, non si programma a lungo termine e la mia esperienza amministrativa fu deludente, poiché dopo avere messo in comune un progetto di valorizzazione dei siti storici tramite tante associazioni culturali fu bocciato, per le troppe avversità e convivenze con politiche che portarono alla divisione e non all’unione.
I giovani non hanno una visione di Reggio per il presidente della Confcommercio Giovanni Santoro, l’economia è allo sfascio, in città non ci sono altri settori su cui puntare e per un rappresentante delle istituzioni come me la lotta è ogni lunedì mattina per cercare di aiutare, coloro i quali devono pagare le tasse o arrivare a fine mese. La città ha la sua vocazione turistica, il mare così come la montagna, ma il mare è il soggetto dimenticato.
L’immobilismo è la parola esatta, cambia poco o niente per non parlare dell’85% delle attività commerciali sotto usura. Il cittadino per Santoro scende in piazza se accadono eventi negativi pubblicizzati ed eclatanti, ma se accadono ancora, ed in zone periferiche, magari è assente. Manifestanti di facciata dunque, non so più dove siano i cittadini consapevoli, e spesso Reggio vive di simbolismi istituzionali, che non sono altro che operazioni esclusivamente visive. Il cambiamento non c’è.
Abbiamo il microclima, il bergamotto, il mare, l’aria buona per il drammaturgo e giornalista Oreste Arconte, ma la la gente fa la città, non gli amministratori. Ed il reggino è assente, ci si lamenta di tutto è una città che non desta interesse, non c’è antagonista e come si farebbe in un testo teatrale non vi è più una premessa. Il potere qui ha due facce: la malavita e la parte politica che utilizza questa forza, diventando un unico corpo mentre il clientelismo fa tutto il resto. Dobbiamo essere nuovi protagonisti per Arconte, un esempio furono a suo tempo i moti di Reggio che posero l’attenzione a livello nazionale, mentre oggi non si reagisce più.
Le Muse per Don Denisi sono un “pensatoio di libertà”, mi piace - ha esordito - la voglia di fare dialogare la gente, quella sana e vera che dovrebbe risollevare questa città. I giovani, per Denisi sono sogni e prospettive di orizzonti ed ognuno di noi, deve essere propositivo, visto che siamo storicamente, tutti figli di profeti. 3000 anni di storia non sono poco per Don Denisi, ed occorre pensare ad un “vero realismo” quello di Aristotele, di Tommaso D’Aquino, di Kant. I giovani si dovrebbero alimentare di proposte. Ma dove sono i cambiamenti, in una città dove aboliamo le cose positive, come fu a suo tempo la creazione mai realizzata dall’amministrazione successiva del sogno del waterfront di Zaha Hadid facendolo diventare, oggi, un inutile parcheggio.
Le cose positive - dice Denisi - non hanno colore politico ma, ancora qui, la pensiamo per ideologia. Il noto religioso, ha ricordato la figura di Maria Mariotti, scomparsa da un paio di giorni e a suo tempo convinta dal grande vescovo Antonio Lanza a rappresentare l’Italia con la Costituente nel 1946, ma per pochi voti non riuscì ad essere eletta ed a rappresentare la Calabria. All’appello del presidente Muse Giuseppe Livoti, hanno risposto con un loro contributo e, presenza in sala, l’on Federica Dieni del Movimento Cinque Stelle, la quale si è soffermata sul senso del cittadino attivo: non dobbiamo solo pensare ma, “agire” ha ribadito.
La città, è una sfida che va vinta dalle persone giuste, se troveremo il candidato aspirante sindaco con i giusti requisiti, lo presenteremo, ma, per ora, cerchiamo di operare all’insegna di un ricambio culturale in un territorio, dove il -diritto è un favore-. Giuseppe Bombino, responsabile di “Cultura ed Identità” si è soffermato, sulla mancata visione di un territorio nello spazio e nel tempo: occorre creare premesse per cambiare, capire ed anticipare le cose. I giovani, li abbiamo visti amministrare e non possiamo dire che nella politica, occorrono volti giovani, perché abbiamo visto come operano. Ci resta solo l’atto spirituale, quello della fiducia, la fiducia nel progettare e assumersi la responsabilità, senza tradire le aspettative e chiamare sempre di più in causa, il popolo.
La mostra su la storia della città rivisitata dagli artisti Muse, Francesco Logoteta, Adele Leanza, Pierfilippo Bucca, Mariateresa Cereto, Santina Milardi, Domenica Gorgone, Angelo Meduri, Antonella Laganà, Pina Calabrò, Cristina Benedetto è servita a raccontare paesaggi dell’area ionica e tirrenica reggina non dimenticando il centro della città, i suoi monumenti, i suoi beni artistici ed umani, inseguendo il sogno della Fata Morgana.