Nota del segretario generale Unl Claudio Apa

Calabria Politica

L’intervista rilasciata al "Sole 24 ore" dal presidente di "Mediterranea Shipping Company" Gianluigi Aponte ci appare forzata e fuorviante rispetto alla posizione espressa sull’assenteismo e sulle inefficienze che rendono il porto di Gioia Tauro non competitivo con gli altri porti che si affacciano sul mediterraneo. Se così fosse si dovrebbe pensare che le OO.SS, in questi anni siano state cieche, non avendo affrontato ed analizzato il problema nelle sedi più opportune.Cosi sostiene il Segretario Generale della UNL Unione Nazionale Dei Lavoratori, Claudio Apa.

Nel caso di Gioia Tauro e più in generale al sistema dei porti italiani il gap competitivo maggiore proviene dal nord africa con particolare riferimento a Egitto e Marocco. I minori costi di gestione e fiscali (personale, tassazione sui vettori, accise su energia e carburanti, tasse di ancoraggio), economicamente più vantaggiosi rispetto ai porti italiani, hanno di fatto catalizzato verso quelle aeree i grandi armatori abbandonando lentamente i porti della penisola. Quello che occorre quindi, non è semplicemente puntare sull’efficienza del ciclo logistico, l’immediata riduzione delle tasse di ancoraggio o realizzare concretamente l’intermodalità Mare-Ferrovia, ma in prospettiva è indispensabile accrescere i benefici economici e il valore aggiunto in loco, ormai il vero indicatore del successo durevole di un porto. Quindi a parere del S.G. Claudio Apa quel che conta non è tanto l’occupazione diretta delle attività portuali, in calo a causa dell’automazione e delle economie di scala, ma l’occupazione e il valore aggiunto delle attività indotte o attratte dal porto, il cui insediamento dipende assai più dalle scelte delle altre imprese e delle Istituzioni che dalle linee di traffico marittimo. Non riuscire a rilanciare in maniera adeguata il Porto di Gioia Tauro significherebbe perdere circa 3.000 posti di lavoro in aggiunta alle infinite opportunità che un polo logistico e intermodale nel cuore del Mediterraneo potrebbe offrire ai neolaureati calabresi. Nei prossimi anni la differenza la farà la capacità di creare sul territorio intorno al Porto, un contesto di eccellenza – fatto di imprese, Istituzioni, formazione e capacità innovativa – che ponga ancora il porto come polo trainante per la logistica, cuore strategico dell’economia globale del secolo XXI. Il porto dovrà puntare a mantenere la leadership di attività knowledge intensive, come ad esempio l’organizzazione del ciclo logistico, il commercio, le telecomunicazioni, la governance che pongono l’accento sulla cultura trasportistica e logistica e sulla conseguente attività di ricerca e sviluppo, di capacità di apprendimento e di introduzione di processi innovativi, dovrà favorire la competizione e la pluralità dell'offerta, piuttosto che sulla mera esecuzione di procedure operative ormai altamente standardizzate e fortemente specializzate.