Sequestrati 1000 metri quadrati del Torrente Molaro a Montebello Jonico
1.000 metri quadrati del Torrente Molaro sono stati sequestrati nel comune di Montebello Jonico, in provincia di Reggio Calabria. Il comandante della capitaneria di porto di Saline Joniche, Basilio Tedesco, il responsabile dell’ufficio tecnico comunale, architetto Antonino Claudio Diano, ed il corpo dei vigili di Saline Joniche al completo, hanno effettuato venerdì mattina un sopralluogo sull’area in questione ponendo i sigilli dopo alcune segnalazioni inerenti abusi in materia ambientale. Tre in particolare i macro siti che presentavano degli ingenti abusi alla natura a causa della presenza di materiali speciali pericolosi come carta, vetro, rifiuti dell’attività di costruzione e demolizione, pneumatici fuori uso, carcassa di veicolo fuori uso, elettrodomestici, materiali da costruzione contenenti sostanze pericolose, rifiuti da attività commerciali, materiali da costruzione a base di gesso, A questi andavano aggiunte anche delle lastre di eternit. La maggiore concentrazione di rifiuti si é registrata in località “Ponte Lungo”, nei pressi di Acone e di fronte alle Officine Grandi Riparazioni. Una situazione allarmante quindi, che si protrae nel tempo e che denota, da un lato, la mancanza di educazione di un gruppo di cittadini che non si cura minimamente di creare danno all’ambiente ed, in particolare, ad un torrente. Dall’altro, esiste l’assenza degli organi preposti alla vigilanza che non si sono curati di intervenire a tempo debito di fronte ad un problema di grande entità che mette a serio pericolo l’incolumità degli abitanti delle frazioni limitrofe. Analizzando da vicino il problema, si comprende ulteriormente l’inciviltà di coloro che hanno fatto del letto di un torrente l’oasi ideale dove “rilasciare” materiali inquinanti. Di recente, infatti, l’allora amministrazione Nisi aveva utilizzato un finanziamento regionale di 240 mila euro per bonificare alcune aree del torrente “incriminato”. Esattamente le borgate Rocca Calojero, Ciurca e Acone avevano ricevuto il “beneficio” previsto, a dimostrazione del fatto che l’intervento della guardia costiera rappresenta soltanto l’epilogo di un fenomeno presente da tempo. Le aree sono state poste sotto sequestro penale dai militari, che le hanno delimitate con del nastro rosso bicolore. Il tutto è stato comunicato alla competente Procura della Repubblica di Reggio Calabria per le violazioni delle norme in materia di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati – divieto di abbandono. Intanto, mercoledì mattina é già stata indetta una riunione tecnico-operativa nella delegazione provinciale di Saline Joniche per stabilire le strategie da utilizzare per combattere il fenomeno dei tale abusivismo. All’incontro, indetto dal sindaco Antonino Guarna, sono stati invitati la Polizia provinciale, i Carabinieri, il Corpo forestale dello Stato e la Capitaneria di porto. L’obiettivo è quello di trovare un punto di incontro per evitare il ripetersi di situazioni spiacevoli di tale portata.