Telecomunicazioni. Segreterie calabresi riunite per la manifestazione di Roma
Le segreterie calabresi di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil annunciano la mobilitazione unitaria che si terrà il 9 febbraio a Roma per protestare contro il Mise per non aver fatto rispettare gli accordi presi il 12 giugno scorso tra i sindacati e Tim.
“Lo scorso giugno – spiegano le segreterie - dopo mesi di trattative serrate, veniva raggiunto un importante accordo al Ministero dello Sviluppo Economico tra Tim e le organizzazioni sindacali nazionali di categoria, che si prefiggeva la salvaguardia del perimetro occupazionale interno all’azienda attraverso l'applicazione di un contratto di solidarietà difensiva (12 mesi per 29456 lavoratori) e il ricorso a prepensionamenti volontari incentivati, nonché garantire la sostenibilità sociale nella gestione degli appalti”.
“A tale scopo il Ministro Di Maio – spiegano dai sindacati - si era impegnato a convocare, a partire da settembre 2018, tavoli specifici di confronto fra le parti per discutere del perimetro del Gruppo Telecom Italia, del suo piano industriale e degli indirizzi strategici aziendali in materia d’appalti. Ciò anche in considerazione che Tim detiene quasi il 50% delle quote di mercato nel settore delle telecomunicazioni e le sue politiche sugli appalti determinano la sopravvivenza o meno di un indotto che fa capo a centinaia di aziende che a loro volta occupano molte migliaia di lavoratori”.
“Un accordo salutato trionfalmente dal Ministro Di Maio – spiegano ancora le organizzazioni sindacali - (che aveva twittato la risoluzione della vertenza Tim ancor prima della sottoscrizione dell'accordo), e che aveva trovato il nostro plauso e che considerava l’accordo lungimirante in quanto non si limitava esclusivamente alla gestione difensiva degli esuberi ma anche a dare prospettiva di lungo termine all’intera filiera delle telecomunicazioni. Ebbene a oggi, possiamo affermare senza timore di essere smentiti, che nessuno degli impegni assunti è stato mantenuto” – sottolineano i comparti sindacali.
“Le conseguenze di ciò si stanno toccando con mano in tutto il paese e in particolare nella regione Calabria, dove nel mondo degli appalti di Tim operano migliaia di lavoratori, dove a causa della riduzione dei volumi di traffico telefonico verso gli out sorcer che svolgono attività di call center si sono persi centinaia di posti di lavoro. In questa condizione di incertezza di mercato il problema occupazionale è stato ancor più aggravato dal “Decreto Dignità”, che con le sue rigidità e non considerando le difficoltà del settore non ha consentito il rinnovo di una parte dei contratti precari che sarebbero dovuti essere prorogati in vigenza della vecchia legge” – avanza la nota.
“Tra 4 mesi scadrà l'accordo di solidarietà in Tim e, ancora ad oggi, l'azienda (impegnata esclusivamente in beghe societarie interne) non ha avviato il confronto sul piano industriale, sugli investimenti e sulla ridefinizione del perimetro dell'intero Gruppo Tim. Che cosa accadrà alla scadenza dell'accordo di solidarietà, visto che a pochi mesi da quella nefasta data ancora non si conosce quale sia l'idea di Tim per il suo futuro, ma soprattutto per il futuro di circa 50mila dipendenti che operano all'interno del gruppo? – si chiedono ancora. E sul versante degli appalti ci chiediamo che fine faranno le migliaia di addetti che dovevano offrire servizi di qualità e garantire la sostenibilità sociale?”
“Il ministro Di Maio è a conoscenza che Tim ha introdotto un automa nell'albero di accesso al servizio clienti che non permette ai clienti Low (quelli di fascia tariffaria bassa che pagano poco) di parlare con l'operatore per ricevere assistenza e informazioni, e dopo lunghe attese le chiamate vengono abbattute? – proseguono gli interrogativi. In ottica “sociale”, il Ministro Di Maio è a conoscenza che Tim ha ridotto i volumi telefonici alle aziende in appalto di circa il 30% e che questo ha comportato da luglio ad oggi la perdita, solo in Calabria di un migliaio di lavoratori? E che tanti altri sono salvi per effetto di accordi sindacali che temporaneamente mettono in sicurezza i lavoratori, ma con strumenti che non sono eterni”?
“Infine, i ministri Di Maio e Salvini sono a conoscenza che mentre in Italia il traffico dei clienti italiani viene dato in calo, le aziende di telecomunicazioni in Romania assumono personale per gestire le chiamate dei clienti italiani di Tim? Che fine ha fatto lo Slogan #PrimagliItaliani?
Siamo convinti che queste notizie siano sconosciute ai due vicepremier, pertanto li invitiamo a verificare le nostre affermazioni. Con ciò auspichiamo un intervento immediato del Governo atto a fermare la macelleria sociale in corso che sta devastando e dilaniando un intero territorio, la Calabria”- incalza la nota.
“Nell'attesa che il Governo metta da parte la campagna elettorale per le europee e si dedichi ai cittadini calabresi, le segreterie regionali Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil annunciano lo stato di agitazione dell'intero comparto delle Telecomunicazioni, non escludendo l'avvio di una mobilitazione regionale qualora non si riscontrassero tempestivi interventi per bloccare le scelte irresponsabili di Tim. Scelte stanno trascinando in una crisi senza precedenti, oltre a se stessa, anche le tante aziende che operano nella filiera delle Tlc mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro nella nostra regione. Per questo la manifestazione unitaria nazionale del 9 febbraio a Roma – concludono - #FuturoalLavoro, sarà per il nostro settore in Calabria un primo appuntamento per richiamare l'attenzione del Governo sui temi delle nostre rivendicazioni. Pertanto con piena convinzione saremo anche noi in piazza a Roma per chiedere vera dignità e futuro per i lavoratori calabresi del settore telecomunicazioni”.