Guardia Costiera sequestra oltre 6 quintali di pesce, sanzioni per 57mila euro
La Guardia Costiera, in tutta la Calabria, ha condotto un’operazione che ha portato a elevare 16 sanzioni amministrative, per un importo complessivo di circa 57mila euro e al sequestro di quasi 600 kg di prodotti ittici.
Una denuncia penale è scattata anche per un tentativo di frode in commercio con il sequestro di circa 28 kg di prodotto; e due sequestri hanno interessato attrezzi da pesca utilizzati in violazione alle norme di sicurezza della navigazione.
Nel territorio di competenza del Compartimento Marittimo di Gioia Tauro, l’attività di polizia marittima eseguita ha portato all’elevazione di 3 verbali amministrativi per un ammontare di oltre 5 mila euro e al sequestro di oltre 10 kg di pescato a carico di esercizi commerciali per la mancanza di etichettatura e tracciabilità dei prodotti in vendita.
Elevato anche un verbale amministrativo per un ammontare di oltre 2 mila euro redatto a seguito del controllo incrociato dei dati relativi alle battute di pesca effettuate da un motopesca che ha omesso di inviare tramite e-logbook varie uscite in operazioni della sua unità.
Sequestrata poi una rete del tipo sciabica regolarmente armata con sugheri e lima di piombi ma priva di alcun tipo di segnalazione come prevedono le normative comunitarie ed europee.
L’operazione complessa di polizia marittima appena conclusa è stata denominata “Undersize”, che a livello regionale ha visto impegnati per l’intera settimana gli uomini della Guardia Costiera, coordinati dal 5° Centro Controllo Area Pesca della Direzione Marittima della Calabria e della Basilicata Tirrenica, in un’intensa e capillare attività di controllo sulla filiera della pesca finalizzata alla repressione della frodi in commercio, a tutela della salute del consumatore e della qualità del prodotto ittico fresco immesso sul mercato nel dovuto rispetto delle norme sulla tracciabilità e l’etichettatura.
L’attività infatti si è concentrata nei punti di sbarco del pescato, per prevenire e reprimere l’abusivismo e la commercializzazione degli esemplari di taglia inferiore alla minima, oltre che la verifica sulla tracciabilità e la corretta compilazione delle previste dichiarazioni dei quantitativi e delle specie pescate. Interessati anche i dettaglianti e le attività di ristorazione per il contrasto delle frodi in commercio e la somministrazione di prodotto in cattivo stato di conservazione.