Truffe online e minacce alle vittime. Smantellata “banda”, coinvolto un calabrese
Cinque persone sono state arrestate per associazione a delinquere finalizzata alle truffe su internet. Tutti avrebbero raggirato più di 150 individui.
Le ordinanze, emesse dal gip del Tribunale di Tivoli, sono state eseguite dai carabinieri di Colonna che hanno accompagnato in carcere no di convolti, mentre per gli altri quattro sono stati disposti i domiciliari.
I reati, contestati dalla Procura della Repubblica, sono quelli di associazione a delinquere finalizzata alle truffe e - per il solo promotore del gruppo criminale - anche di minaccia aggravata.
I provvedimenti cautelari hanno riguardato: C.M., nato a Roma, 40enne, già noto per analoghe vicende giudiziarie; C.C., nato a Roma, 50enne; F.E., calabrese di origine, 31enne; F.D., nata a Roma, 42enne; P.T., nata in Russia, 29enne.
Allo stato risulta indagata in stato di libertà una sesta persona non raggiunta dal provvedimento cautelare.
L’attività investigativa, condotta dai carabinieri, è iniziata nel mese di settembre del 2017 ed avrebbe permesso di scoprire le attività illecite portate avanti dal gruppo in due mesi, durante i quali è stato possibile ricostruire ben 156 truffe.
I PRODOTTI A PREZZI CONVENIENTI
I cinque indagati avevano pubblicato su siti on-line diversi annunci con i quali pubblicizzavano la vendita, a prezzi convenienti, di apparecchiature elettroniche, telefoni cellulari, piscine da esterno, assicurando la spedizione del materiale dopo il pagamento che avveniva con la ricarica di alcune carte prepagate.
L’acquirente, dopo aver concordato il prezzo, ed effettuato il pagamento senza però ricevere la merce ordinata, avrebbe contatto il venditore che dava la colpa alla ditta incaricata della spedizione, mentre in altri casi, in considerazione delle pressanti richieste di rimborso avanzate dalle vittime, le minacciava prospettando loro un male ingiusto.
In un episodio accertato dai carabinieri, il promotore avrebbe proprio minacciato uno del malcapitati prospettandogli una possibile aggressione fisica e la pubblicazione di un falso annuncio su un sito di incontri utilizzando la sua utenza.
Le minacce venivano rinforzate sostenente addirittura di appartenere alla famiglia dei “Casamonica”, noto clan della zona laziale.
LA REGISTRAZIONE DELLA TELEFONATA
L’identificazione del capo del gruppo, è stata possibile anche grazie all’intraprendenza di una donna caduta nella truffa e che dopo essere stata minacciata ha fornito, durante la denuncia, l’audio della conversazione con il falso venditore. Lo stesso file, una volta acquisito dai carabinieri, è stato inviato al Ris di Roma per il confronto della voce con un altro file, registrato dai militari durante un colloquio sempre con il falso venditore. L’esito degli accertamenti del Ris di Roma, ha di fatto blindato l’identificazione del soggetto.
Le truffe commesse hanno interessato diverse centinaia di vittime residenti in diverse regioni italiane, molte delle quali non hanno sporto querela in considerazione delle reiterate minacce da parte del gruppo o dalla mancanza di fiducia in merito alla possibile identificazione del falso venditore.
Il giro di affari accertato dalle indagini e relativo a soli due mesi è stato di circa 25 mila euro.