Giannuzzi, (Blu Calabria): “Porto Gioia non può essere escluso dalla Via della Seta”
“Il governo italiano è pronto a firmare il memorandum d’intesa per aderire alle nuove vie della seta e la nostra nazione sarebbe il primo membro del G7 a entrare nel progetto infrastruttural-commerciale di Pechino”.
Così Innocenza Giannuzzi di Blu Calabria e Agricoop, focalizza l’attenzione su un “accordo sgradito agli Stati Uniti che hanno subito esternato la propria contrarietà mettendo in dubbio l’effetto benefico dell’iniziativa per il Belpaese. Il Mediterraneo diventa sempre più strategico e la sua centralità non si esaurisce nell’Hub del Pireo. Il porto di Gioia Tauro con 2,8 milioni di container movimentati nel 2016 è primo in Italia e sesto nel Mediterraneo dopo gli scali spagnoli di Algeciras, Valencia e Malaga, Tangeri in Marocco e il Pireo in Grecia Anche se nel 2018 il porto di Gioia Tauro ha perso un volume di traffico del 6% a causa di una diatriba interna tra le due società concessionarie delle attività del terminal container”.
“Lo scalo di Gioia Tauro – riflette Giannuzzi - è più vicino dei porti spagnoli e del Marocco per il trasporto delle merci provenienti da Oriente che attraversano il canale di Suez per arrivare nel Mediterraneo ed è anche meno decentrato di Atene rispetto al cuore dell’Europa. Da Gioia Tauro si raggiunge Berlino, attraversando il Brennero, con un percorso di 2.100 km, mentre da Atene aggirando la Serbia come prevedono i corridoi ferroviari, occorrono 2600 km con un aggravio di spese aggiuntive”.
“Tuttavia il Governo ha scelto di non considerare la posizione strategica del porto di Gioia tauro nel cuore del Mediterraneo a vantaggio dei porti del Nord. In Italia c’è una chiara ripartizione funzionale – pensa Giannuzzi - tra il Nord che ha porti di tipo «gateway», dove cioè i container vengono spostati sui treni e raggiungono i mercati di destinazione. Mentre il Sud Italia ha soprattutto porti di puro «trans-shipment», cioè dove i container si trasferiscono su navi più piccole, un’attività con «prospettive modeste». Gioia Tauro, in effetti, se resta solo uno scalo di trasbordo merci è destinato al declino”.
“Però la Calabria, al contrario di Malta o della Sardegna dove ci sono scali importanti di trans-shipment, è una penisola e potrebbe essere collegata alla rete ferroviaria europea adeguando gli standard del trasporto merci ai due parametri-chiave: lunghezza dei treni-portacontainer di 750 metri e sagome dei vagoni definite PC80. Gioia Tauro e la Calabria non devono essere escluse da questa nuova architettura economica. Non è possibile escludere la Rotterdam del Mediterraneo a favore dei porti del Nord. Infatti il Governo non investe né sul porto di Gioia Tauro né sulla rete ferroviaria calabrese. In relazione a quanto espresso è chiaro che dalla decisione del Governo dipende il futuro della Calabria” – conclude la nota.