Tarsia. La zia e il papà di Alan Kurdi inaugureraranno il cimitero dei migranti
Saranno il papà, Abdullah, e la zia paterna, Tima, del piccolo Alan Kurdi ad inaugurare il Cimitero internazionale dei Migranti, la più grande opera umanitaria legata alla tragedia dell’immigrazione, intitolata al bambino siriano, finanziata dalla Regione e in fase di costruzione a Tarsia.
Lo rende noto il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della monumentale opera, per la cui realizzazione lotta ininterrottamente da 5 anni e mezzo, dalla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013.
“E’ stata, si legge nella nota, la zia del bambino, Tima Kurdi, a comunicare, con una e-mail a Corbelli (che hanno, a nome della famiglia, con parole commoventi, ringraziato), la volontà di essere, insieme al fratello (padre del piccolo siriano) a Tarsia il giorno dell’inaugurazione del Cimitero dei Migranti, che sarà intitolato ad Alan, morto in un naufragio, a Bodrum, nel mar Egeo, insieme al fratellino Ghalib e alla mamma Rehanna, il 2 settembre 2015, e diventato il simbolo dell’immane tragedia dell’immigrazione.
“Si tratta di un eccezionale, eloquente riconoscimento al valore umanitario e universale di questa grande opera. E’ una testimonianza, questa della famiglia del piccolo Alan, assai importante e particolarmente significativa in un momento in cui la disumanità verso i poveri migranti, soprattutto in Italia, è qualcosa di orribile” - afferma Corbelli.
“Per fortuna questa straordinaria iniziativa umanitaria, finanziata, grazie al Presidente Mario Oliverio, dalla Regione Calabria, e, con la disponibilità del sindaco Roberto Ameruso, ospitata e realizzata nel piccolo comune del cosentino, dimostra che c’è un’altra Italia, quella vera, solidale accogliente, rappresentata, in questo caso, dalla Calabria, di cui continuano lodevolmente a parlare i media cattolici del Vaticano, il giornale ufficiale italiano dell’Onu e diverse storiche testate internazionali”.
Intanto a Tarsia proseguono i lavori, iniziati alla vigilia di Natale (e che si pensa di ultimare entro quest’anno), della grande opera, apprezzata nel mondo, che sorgerà in un posto molto bello e fortemente simbolico, su un’area di oltre 28mila mq, una collina della Pace, immersa tra gli ulivi secolari, che resteranno, di fronte al Lago e al vecchio cimitero comunale, in parte ebraico, e vicino l’ex Campo di Concentramento fascista più grande d’Italia, quello di Ferramonti che fu, durante la guerra, luogo di prigionia ma anche di grande umanità, dove nessuno degli oltre tremila internati subì mai alcuna violenza.