Al libro di De Gaetano “Cinema italiano: forme, identità, stili di vita” il Premio Limina 2019

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È andato a Roberto De Gaetano il Premio Limina. Il docente ha ottenuto il riconoscimento per il volume “Cinema italiano: forme, identità, stili di vita”, quale miglior contributo agli studi cinematografici pubblicato in Italia nel 2018. Il volume è una delle ultime uscite della collana “Frontiere. Oltre il cinema”, pubblicata da Pellegrini Editore e diretta dallo stesso De Gaetano.

La premiazione si è tenuta presso la Mediateca “Ugo Casiraghi” di Gorizia, all’interno del programma della 17a edizione della FilmForum International Conference. Il vincitore del Premio (ex-aequo con altri due titoli) è stato decretato dalla votazione dei componenti della CUC, la Consulta Universitaria del Cinema alla quale fanno capo i docenti di cinema di tutte le università italiane.

Secondo De Gaetano il cinema italiano è, e continua ad essere, capace di riconsegnarci il reale attraverso l’invenzione e la contaminazione dei generi, cosa che lo caratterizza dalle origini e fino ad oggi. Il libro s’interroga sulla tradizione del nostro cinema a partire dagli anni trenta del Novecento, per giungere fino al cinema contemporaneo e alla serie tv, quali ad esempio “Gomorra”.

Questa la motivazione del premio: “Perché il “cinema è italiano”? In questo testo, summa del suo ultimo lustro di ricerche, Roberto De Gaetano dà conto di quel “legame stretto tra i caratteri del cinema italiano e l’essenza del cinema tout court”, argomentando la fondazione italiana della modernità cinematografica. In contrapposizione al cinema americano che, basato sulla potenza dell’azione, si sviluppa lungo una linea improntata alla mimesi e alla valorizzazione dell’intreccio, il cinema italiano – complice la difficile situazione economica e politica in cui versa il Paese nel dopoguerra – è invece intimamente votato alla potenza della vita.

“È proprio in reazione allo scetticismo verso le istituzioni che questo cinema riuscirà a sviluppare un modello moderno e resistente, aperto alla “indiscriminata vita” e all’irrompere di un reale che si dà nella contingenza, nell’evento e nell’incontro, collocandosi radicalmente al di fuori di ogni logica narrativa. Continuamente connesso alla storia culturale del Paese e ricco di alti riferimenti teorici e filosofici, questo percorso rigoroso e intelligente riesce a connettere solidamente le grandi stagioni del neorealismo e della commedia all’italiana alle più recenti aperture contemporanee, spaziando agilmente tra autori che vanno da Rossellini a De Sica, da Monicelli a Antonioni, da Germi a Pietrangeli, da Petri a Ferreri, fino a Moretti, Martone, Bellocchio e Sorrentino”.