Celebrata la messa degli avvocati cosentini
E’ sempre un partecipato e sentito momento quello della Messa che il Foro cosentino celebra all’inizio dell’anno, per raccogliere davanti all’immagine di Sant’Ivo, patrono degli avvocati, i colleghi, anche nel ricordo di quelli che sono scomparsi nei mesi precedenti. Quest’anno la liturgia si è svolta sabato, officiata dal vescovo monsignor Francesco Nolè, insieme a Don Salvatore Fuscaldo e Don Massimo Iaconianni, com’è tradizione nella chiesetta di Santa Croce che, quando il palazzo di Giustizia era ubicato a palazzo Arnone, era la tappa quotidiana degli avvocati che si recavano nelle aule d’udienza.
Una giornata coincidente, questa volta, con il periodo pasquale, che ha indotto il presule a sottolineare, nell’omelia, lo stretto rapporto tra il perdono e il ruolo dell’avvocato, chiamato non a giudicare ma a difendere, nel ricordo che Cristo non fa distinzioni tra gli uomini e lava i piedi anche a Giuda, che lo tradirà. “Il difensore, che ha la chiave del cuore di chi ha sbagliato- ha sottolineato Nolè- ha tuttavia anche il dovere di guidare il reo sulla retta via, per far sì che si redima”.
Introdotta dai saluti del presidente del Consiglio dell’Ordine, Vittorio Gallucci, la mattinata ha registrato un momento vibrante quando il Procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo, portando i saluti di tutta la magistratura cittadina, ha esternato i sentimenti che un inquirente prova penetrando nelle vite devastate da un fatto di sangue nell’immediatezza del suo accadimento e il turbamento che scuote il senso del dovere. La celebrazione, animata dal Coro di Aprigliano, si è conclusa con la consueta preghiera corale a Sant’Ivo, “Avvocato dei poveri e difensore delle vedove e degli orfani”, la cui immagine è custodita e venerata nell’antica chiesetta.