Impresa in odore di mafia, il Codacons chiede chiarimenti a Procura e Anac
Un’impresa, incaricata di ammodernare la tratta ferroviaria ionica, in odore di mafia. Per questo motivo il Codacons ha chiesto chiarimenti all’Anac e ha formalizzato un’istanza alla Procura di Catanzaro “affinché venga aperto un fascicolo”.
Secondo l’associazione l’azienda in questione, che ha ottenuto l’appalto dei lavori di ammodernamento che prevedono la realizzazione dei sovrappassi e sottopassi, per un valore di svariati milioni di euro, sarebbe infiltrata dalla ‘ndrangheta”.
L’attività è infatti finita nell’indagine “Camaleonte”, condotta dalla Dda reggina, e come scritto dal Codacons è “stata addirittura sottoposta a sequestro”.
“A Reggio Calabria l’azienda – è scritto nella nota dell’associazione consumatori – ha eseguito un’opera del valore di oltre 2 milioni di euro, sempre per conto di Rfi Spa, società del gruppo Ferrovie dello Stato. Secondo l’ipotesi accusatoria i fratelli titolari della società, avrebbero ricercato l’appoggio della ‘ndrangheta e si sarebbero serviti di imprese “interdette”, affidando a queste società lavori di subappalto”.
Oggi, alla luce di quanto emerge dalle attività d’indagine, il Codacons chiede “chiarimenti proprio da Rfi, dalla Regione Calabria, dall’Anac e dalla Procura per comprendere come questa azienda possa continuare a lavorare come se nulla fosse accaduto”.