“Immigrazione e integrazione”: se n’è discusso a Crotone con il Papàs Pietro Lanza
La nostra terra è legata doppiamente al fenomeno migratorio sia in entrata che in uscita: la Calabria e , soprattutto Crotone, è terra di arrivo di immigrati ma allo stesso tempo luogo di emigrazione dei giovani calabresi alla ricerca di una realizzazione professionale adeguata. Per tali motivi per noi crotonesi il confronto con le altre culture e identità è proprio inevitabile.
Questo l’argomento principale al centro dell’iniziativa “Immigrazione e integrazione” a margine della pubblicazione dell’avvocato Federico Ferraro, attuale Garante dei detenuti del Comune di Crotone, promossa dal Lions Club Crotone Host nella persona dell’Onorevole Giancarlo Sitra, in collaborazione con la Fondazione Santa Critelli rappresentata dall’imprenditore Antonio Arcuri e la Consolidal Ente del Terzo Settore, rappresentata invece dalla Consigliera Camilla Portiglia.
Durante l’incontro moderato dalla giornalista Giusy Regalino sono intervenuti tra le istituzioni l’Assessore comunale alla Pubblica Istruzione Francesco Pesce, mentre l’ospite d’onore è stato il Vicario Generale dell’Eparchia di Lungro Papàs Pietro Lanza, nell’occasione del centenario dell’Eparchia calabrese, una delle pochissime in Italia.
L’assessore alla P.I., Francesco Pesce ha focalizzato il suo intervento sul fattore umano che il fenomeno dell’immigrazione ed integrazione pone in essere. “Si parla già da molto tempo di uguaglianza, integrazione, tolleranza, giustizia, accoglienza, fratellanza, pace ed altro ancora ed è giunto il momento di dare un concreto e reale significato a così tanto dire. Occorre necessariamente favorire i processi di integrazione sociale in un sistema di accoglienza diffusa. È fondamentale partite dalle scuole per poi entrare nelle famiglie, quindi nella società tutta al fine di poter porre fine alle forti tensioni, al malessere ed ai conflitti che il fenomeno dell’immigrazione-integrazione genera. Nella diversità occorre trovare la condivisione nel rispetto delle regole, dei ruoli, dei diritti e dei doveri per il buon vivere . Ogni persona rappresenta un piccolo tassello da inserire nel grande e significativo mosaico il cui nome è “Umanità”.”
Il Presidente del Lions Club Giancarlo Sitra, prendendo la parola per un breve saluto a tutti i partecipanti, si è detto “felice di avere sponsorizzato questa bella iniziativa, voluta ed ideata dal Socio Avv. Federico Ferraro, per la cogente attualità del tema trattato e per mandare un messaggio alla società italiana, in forte crisi di valori etici, come è dimostrato dalla chiusura dei nostri porti ai popoli in movimento cacciati dalle loro terre natie dalla guerra e dalla fame. E – continua Sitra- per ricordare che la Calabria, cuore importante della Magna Grecia, è da sempre terra di emigrazione, ma anche di immigrazione ed accoglienza, come prova la riuscita esperienza del popolo arbresch, perfettamente integrato nella Provincia di Cosenza e di Crotone, come nell’occasione ha testimoniato il Vicario Generale dell’Eparchia di Lungro Pietro Lanza.”
LA RELAZIONE FERRARO
L’autore del volume in presentazione “Il movente religioso tra identità culturale e illecito penale. La rilevanza penale della libertà religiosa” , nel suo momento ha avuto modo di sottolineare che:
“Normalmente quando si pensa all’Identità religiosa o culturale si associa all’idea di un DIRITTO oramai riconosciuto, quale patrimonio giuridico inserito nelle principali Convenzioni internazionali. La domanda peculiare in questi casi border line è se può la libertà di pensiero, coscienza e religione essere invocata o strumentalizzata per commettere reati?
Le fattispecie penali sono legate spesso all’uso di stupefacenti, per rituali culturali o religiosi, oppure a vicende di violenza sessuale intra –coniugale, omicidi per riappropriazione dell’onore del tradito, o altre violenze contro l’integrità fisica per rispettare usanze del gruppo di appartenenza. Alla base cd. REATI CULTURALMENTE ORIENTATI O MOTIVATI vi è un conflitto culturale tra soggetti che appartengono a diverse culture e che coabitano lo stesso territorio: Tra i tanti casi giurisprudenziali, è importante sottolineare le vicende legate alle mutilazioni genitali femminili o circoncisioni rituali maschili per ragioni culturali o religiose che spesso provocano gravi problemi alla salute, ed hanno un tasso di mortalità assai importante. Oltretutto si qualificano come vere e proprie lesioni all’integrità umana fisica - psichica. Tra i casi noti legati all’ infibulazione quello di Adama Barry bambina della Guinea, di 3 anni, che rischia intervento di mutilazione per motivi legati alla propria cultura e, in proposito c’ è stata una vera e propria campagna per sottrarla a questa pratica pericolosa.
Altri casi noti riguardano la barbara “usanza” di sfigurare l’ex fidanzato o marito con l’acido: tali atti a violenza premeditata hanno derivazione estera, ma per il fenomeno migratorio si sono diffuse anche anche nel nostro Paese. Il fenomeno dei reati culturalmente motivati non riguarda soltanto l’Italia ma ovviamente l’intera comunità internazionale ed è fortemente avvertito negli USA, società caratterizzata dal multiculturalismo. Nella prospettiva internazionale si rilevano due esperienze significative legate al fenomeno culturale in relazione alla donna. Nel Regno dello SWAZILAND esiste un’ancestrale tradizione detta il “ballo delle canne” per la quale annualmente ogni sovrano sceglie una nuova moglie per il proprio harem; per tale motivo nell’estate vengono convogliate centinai di bambine e ragazze dagli 8 ai 22 anni devono esibirsi in danze rituali adir poco succinte per attrarre l’attenzione dell’augusto monarca. In proposito vi sono attiviste donne che da anni si battono affinchè questa usanza, che viola la dignità della donna,e la espone a rischi di violenze e stupri, possa terminare.
All’opposto vi sono tra le esperienze positive per le donne le società matriarcali. Secondo il saggio Il matriarcato del 1861,opera di Jakob Bachofen, il matriarcato fu l'organizzazione originale dell'umanità, e solo successivamente questa venne sostituita dal patriarcato.
Oggi esistono circa 100 società di questo tipo nel mondo : principalmente site in Indonesia, Messico, Cina ma anche in Melanesia occidentale , Canada ed Isole Comore.
La donna è, in queste organizzazioni sociali, il centro della vita socio-economica, può rivendicare un titolo di proprietà (case, terreni, beni immobili) e la donna più anziana attribuisce il nome dall’intera famiglia.
Per quanto riguarda le reazioni giurisprudenziali : occorre rilevare che nel nostro paese è oramai noto l’indirizzo giurisprudenziale della Suprema Corte di Cassazione cd. “ teoria dello sbarramento invalicabile” per cui l’indirizzo unitario raccomanda una impossibilità teorica di offesa/lesione dei diritti e delle libertà fondamentali, seppur motivata da condotte religiosamente o culturalmente motivate. Occorre ovviamente tener presente che, nel civil law non vale il principio della vincolatività del precedente giurisprudenziale, per cui ogni giudice caso per caso potrebbe disattendere l’indirizzo nomofilattico della Suprema Corte. Per dare una risposta sanzionatoria o risolutiva a queste vicende non vi è ovviamente una soluzione univoca, il problema per la giurisprudenza è da risolvere caso per caso; consiste nel capire entro quali limiti un diritto rimane lecito e a che punto il medesimo diventa reato!
L’importante è che i diritti fondamentali come la libertà religiosa o culturale, non vengano mai strumentalizzati perché come ci ricorda Tom Clark “ DIRITTO NON E’ CIO’ CHE CI VIENE DATO DA QUALCUNO, MA E’ CIO’ CHE NESSUNO PUO’ TOGLIERCI”.”