Tangentopoli in Lombardia: le intercettazioni tra “bustarelle” e appalti “pilotati”

Calabria Cronaca

Un vero e proprio terremoto giudiziario quello “esploso” stamani all’alba in Lombardia, che ha visto coinvolte 43 persone, di cui 28 finite in arresto, spiccando tra questi nomi di politici noti ed invischiati, secondo la Dda di Milano, in un giro di tangenti (LEGGI).

Due i filoni di indagine confluiti nell’operazionela mensa dei poveri”, nome sarcastico dato dagli inquirenti al blitz e permeato dal modo con cui alcuni degli indagati chiamavano un conosciutissimo ristorante nei pressi della Regione Lombardia e dove, appunto, si sarebbero scambiate le “bustarelle”.

Due, secondo la tesi, i gruppi criminali che avrebbero agito a tal fine: uno attivo nella provincia di Milano e l’altro in quella di Varese, con politici, amministratori pubblici e imprenditori, che si sarebbero coinvolgere in un giro di corruzione per spartire e aggiudicare appalti pubblici. Il reato associativo è stato contestato a 9 delle ben 95 persone indagate complessivamente.

Gli investigatori hanno spiegato che strumentali al raggiungimento dello scopo si sono rivelati il ricorso a false fatturazioni tra imprese, l’attribuzione - da parte di società pubbliche - di incarichi di consulenza “fittizi o inutili o solo formali”, utilizzati per nascondere il pagamento del prezzo della corruzione; ma anche il finanziamento illecito a partiti, così da ottenerne il favore nelle procedure di gara.

IL FILONE VARESINO

La parte varesina dell’indagine, seguita dalle Fiamme Gialle di Busto Arsizio, ha riguardato un caso di presunta corruzione per far ottenere a un imprenditore il cambio di destinazione urbanistica di un’importante area del Comune di Gallarate, da industriale a commerciale, nell’ambito della variante generale al Piano di Governo del Territorio comunale in fase di approntamento.

Altro scopo sarebbe stato quello di far ottenere ad un altro imprenditore, sempre nell’ambito della stessa variante, l’accoglimento del contributo partecipativo relativo a un complesso immobiliare soggetto a vincoli paesaggistico-ambientali.

Ma anche professionisti e imprese compiacenti avrebbero ottenuti dei “finti” incarichi di consulenza, conferiti da società a partecipazione pubblica varesine, in cambio della successiva retrocessione agli “associati” di parte del corrispettivo incassato per l’incarico stesso;

Sarebbero stati turbati dei bandi per l’assunzione di personale direttivo e dirigente nelle stesse società a partecipazione pubblica; così come si sarebbe promesso l’affidamento a predeterminate imprese di appalti per l’esecuzione di opere commissionate da quest’ultime. Non da ultimi tentativi messi in atto per istigare alla corruzione degli amministratori pubblici.

IL FILONE MILANESE

La parte milanese dell’inchiesta è stata seguita invece dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Monza. I militari avrebbero dunque documentato l’esistenza di una presunta associazione per delinquere costituita da politici, amministratori pubblici e imprenditori, per uno dei quali - Daniele D’Alfonso, imprenditore del settore rifiuti e bonifiche ambientali - con l’aggravante di aver agevolato, con l’assunzione di operai nella sua azienda o attraverso contributi e aiuti economici, anche reperendo commesse lavorative in violazione della normativa antimafia, esponenti della ‘ndrangheta presenti nel territorio di Corsico e Buccinasco;

Il filone d’indagine evidenzierebbe anche qui la turbativa di gare bandite da società multi-utility, facenti parte di un noto gruppo societario del settore energia e ambiente lombardo, attraverso la realizzazione di un cartello di imprese che sarebbero state d’accordo tra loro per spartirsi l’aggiudicazione di singoli lotti.

Luce anche su dei finanziamenti illeciti erogati da imprenditori a partiti politici e a candidati alle ultime elezioni regionali e politiche (tra questi figura un parlamentare, Diego Sozzari, vicecoordinatore in Piemonte di Forza Italia e raggiunto dalla misura degli arresti domiciliari, sospesa in attesa del rilascio dell’autorizzazione a procedere da parte della Camera dei Deputati), allo scopo di essere favoriti nell’assegnazione degli appalti da parte di società di servizi pubblici.

Fatti corruttivi sarebbero emersi anche in relazione al rilascio di autorizzazioni amministrative per degli immobili sottoposti a vincoli paesaggistici.

Un altro caso simili riguarda invece un imprenditore che – secondo gli inquirenti - avrebbe pagato le “bustarelle” per ottenere, prima della pubblicazione dei bandi di gara, informazioni privilegiate e riservate sulle procedure, o per alterare gli affidamenti di appalti cosiddetti “sottosoglia”, con l’utilizzo di imprese di comodo cui far destinare delle lettere di invito ad offrire.

I SEQUESTRI

Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari, le forze dell’ordine hanno eseguito decreti di perquisizione, anche presso le sedi di enti pubblici, tra i quali il Comune di Milano, e società di servizi del capoluogo lombardo, di Varese e di Novara.

Sequestrate inoltre delle disponibilità finanziarie degli indagati fino a concorrenza di circa 130 mila euro euro, equivalenti al presunto profitto della corruzione contestata.