Porto Gioia Tauro: Nucera (Sel), Regione e Governo sono latitanti

Reggio Calabria Politica

"La prospettive di sviluppo del Porto di Gioia Tauro, o meglio la crisi che ormai da alcuni anni sta vivendo quello che era nato come uno dei punti di eccellenza dello sviluppo economico del Sud ed in particolare della nostra provincia, e' una questione che dovrebbe essere al centro dell'attenzione non solo delle amministrazioni locali ma dell'intero sistema Paese. Assistiamo invece alla latitanza completa della Regione e del Governo centrale su questa realtà sempre più in declino". Lo afferma il segretario provinciale di Sel, Gianni Nucera, che aggiunge: "Se facciamo questa riflessione prepariamoci ad affrontare una realtà più sconfortante di quella che spesso ci viene raccontata dagli opinionisti "organici" o da politici a dimensione "parrocchiale". Abbiamo spesso sentito l'espressione "Calabria ponte del Mediterraneo" un'espressione che sta a significare che la Calabria dovrebbe essere il punto più vantaggioso di contatto tra l'Europa ed i paesi del Sud del Mediterraneo. Quando e' stata coniata quest'espressione - sottolinea - c'era la prima repubblica e soprattutto c'era una politica estera che privilegiava i rapporti con i paesi del Nord Africa e del Medioriente. La politica filomediterranea cominciava a dare frutti. Gioia Tauro batteva Malta e realizzava il Porto con il transhipment verso l'Oriente, nell'ottica dell'Autostrada del Mare. L'Unione Africana prendeva vita con 52 Stati membri ed un'organizzazione "fotocopia" a quella dell'Unione Europea. A Tunisi, Algeri, Casablanca potevi vedere ragazze in jeans e maglietta e tanti turisti europei. Questo accadeva solo 20 anni fa, poi qualcosa e' cambiato ed il Mediterraneo e' passato dalla classe delle opportunità a quella dei problemi scottanti. Ma sembra ormai che stiamo parlando di storia antica. Ed in effetti la crisi del Porto di Gioia Tauro parte da lontano". Per Nucera, "l'azione delle amministrazioni locali, nell'ottica di una visione di federalismo inclusivo e non separatista, diventa oggi più che mai importante. Rilanciare il porto di Gioia Tauro vuol dire pensare ad una visione di sviluppo dell'intera area della piana che riesca collegare il porto con il territorio, creare una zona di sviluppo industriale avanzato, collegarsi al progetto di libero Scambio, diventare insomma competitivi ed attirare investimenti non solo per il transhipment ma anche per l'assemblaggio e la lavorazione di semilavorati. Occorre un'inversione di tendenza nella politica industriale e nella politica estera nazionale in cui anche le istituzioni locali abbiano voce determinante. Purtroppo da Tunisi e dal Cairo, per ultimo, non arrivano segnali di pace. Nel silenzio assordante - conclude - del Governo italiano".