Agenda urbana Catanzaro, Udi: “Grave carenza di documentazione di genere”
L’Udi di Catanzaro ha richiesto un approfondimento supplementare con l’elaborazione di dati appropriati e di analisi con una prospettiva di genere prima della pubblicazione degli avvisi pubblici per l’attuazione di Agenda Urbana. È successo ieri in occasione della riunione del Comitato di Vigilanza per la Salvaguardia e la Rigenerazione del Centro Storico di Catanzaro.
Alla riunione del partenariato sociale, economico e istituzionale di Agenda Urbana della Città di Catanzaro, che ha avuto luogo nella Sala Concerti del Comune alla presenza del Sindaco Sergio Abramo, Marina Mongiardo, la rappresentate dell’Udi, ha evidenziato la significativa carenza di una prospettiva di genere nella documentazione predisposta dal Comune per l’Agenda Urbana di Catanzaro, sia in relazione alla fase di programmazione, con riguardo ai dati statistici ed all’analisi economica e sociale, sia nell’articolazione delle scelte e delle proposte di interventi.
L’assenza di tale rappresentazione nel documento di Agenda Urbana fornisce una visione parziale della domanda sociale sul territorio, soprattutto con riferimento alla domanda sociale delle donne in relazione alla maggiore vulnerabilità e rischio di povertà e di deprivazione delle donne (si parla di femminilizzazione della povertà), nonché alla conciliazione vita-lavoro e, quindi, alla domanda/offerta di adeguati servizi di assistenza e cura mirati anche a riequilibrare la responsabilità di cura.
Udi evidenzia, inoltre, che Agenda Urbana non prevede interventi diretti a realizzare politiche inclusive per le donne ed a rimuovere le discriminazioni, né nelle linee generali tracciate dal documento della strategia, né tantomeno nei criteri di valutazione sottoposti all’esame del partenariato nella riunione odierna.
Inoltre, in qualità di componente del Comitato, ha ribadito le richieste già formalmente avanzate al Sindaco e al Responsabile dell’Unità di Progetto di Agenda Urbana, nel dicembre 2018 e nel marzo scorso, per l’attivazione di una sede stabile di confronto con la cittadinanza e la società civile, in conformità ai regolamenti e alle decisioni dell’Unione Europea, agli accordi sottoscritti con l’UE e alla normativa nazionale e regionale in materia.