Lucano alla Sapienza, piazza Moro a sostegno del “modello Riace”
Bandiere della pace, striscioni antifascisti e la consueta “Bella Ciao”. Così cittadini, studenti e associazioni hanno accolto ieri Mimmo Lucano, il sindaco sospeso di Riace, intervenuto alla Sapienza di Roma per una lectio magistralis dedicata all’accoglienza e alle migrazioni. Con in testa un grosso striscione "Il fascismo non è un'opinione" il corteo degli studenti antifascisti è partito dalla città universitaria diretto a piazzale Aldo Moro.
In piazza sventolano anche bandiere No tav e dell'Anpi. "Siamo tantissimi, siamo in migliaia - hanno detto al megafono - i fascisti non metteranno piede a piazzale Aldo Moro. In questi luoghi non devono stare i fascisti"
Tuttavia ieri, a pochi passi dall’ingresso dell’università, un gruppo sparuto di Forza nuova si è presentato con le bandiere, nonostante il divieto assoluto della Questura (LEGGI) al corteo annunciato nei giorni scorsi (LEGGI).
Gli attivisti si sono diretti verso piazzale Aldo Moro dove era in corso il presidio antifascista a sostegno di Lucano. Il gruppo, diretto da Roberto Fiore ha dichiarato di avere il diritto di manifestare.
Nel corso della manifestazione un ragazzo è stato schiaffeggiato da un militante di Forza Nuova. È successo nei pressi dell'ingresso della biblioteca nazionale di Castro Pretorio.
Il giovane, che stava uscendo dalla stessa biblioteca, dopo uno scambio verbale è stato colpito con uno schiaffo, da qui una piccola colluttazione terminata con l’intervento delle forze dell'ordine.
Dall’altro lato della piazza sono tuttavia comparsi striscioni antifascisti. Lucano è stato poi accolto da un’aula stracolma di studenti.
Nel corso del suo intervento il sindaco sospeso ha parlato di Salvini, definendolo responsabile di aver “creato un clima di odio e di divisioni”, clima che il fondatore del modello Riace non vuole portare avanti. “Vogliamo riuscire a trasmettere altri messaggi - ha detto Lucano - per costruire una società più umana, di uguaglianza, libertà e democrazia, dove il popolo conta”.
Ha poi dichiarato di non aspettarsi l’accoglienza avuta alla Sapienza e ha affermato di non aver “fatto nulla di speciale”, e di essere “rimasto uno che ha inseguito un sogno di umanità e democrazia. Un sogno di tutti noi, in un momento in cui prevale la disumanità. Non sono sindaco però il sogno continuerà fino alla fine, per sempre”.