Reggio. Agenzie educative a confronto con il libro di Daniele Novara
Una sala Calipari gremita da circa seicento tra insegnanti, educatori, assistenti sociali, operatori sociali, genitori e medici provenienti da tutta l’area metropolitana.
Il tema dell’incontro, patrocinato dal Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, dal Csv dei Due Mari e dal Comune di Reggio Calabria, ha preso spunto dal libro di Novara “Non è colpa dei Bambini”, lavoro che mette al centro le questioni più importanti con le quali le agenzie educative e i genitori si trovano oggi a doversi confrontare.
Partendo dalla considerazione che la scuola è lo specchio della società, Daniele Novara ha delineato con sottile ed efficace ironia i rapporti tra genitori e figli nel contesto sociale degli anni 60, come si sono trasformati nel corso degli anni 80 e 90 fino ad arrivare alla realtà di oggi. Il professore ha messo in evidenza le caratteristiche tipiche dell’infanzia, oggi purtroppo venute a mancare: il gruppo spontaneo, il contatto con la natura, il gioco libero, il legame sociale, ma anche e soprattutto il confine tra il mondo dei bambini e quello degli adulti.
In particolare ha stigmatizzato la tendenza del ritiro in casa dei bambini o della loro collocazione in ambienti chiusi come palestre, ludoteche ed altro che ha portato i bambini a una mutazione antropologica e a rompere i legami con la comunità (i bambini sono preservati). Tra il genitore-padrone di una volta e il genitore-peluche di oggi, c’è una via di mezzo. L’abolizione di ogni confine ha portato inoltre ad una confusione di ruoli tale da far sì che i genitori, pur dedicando (secondo le statistiche) il doppio del tempo all’accudimento dei figli, non riescono a mettere in atto un impianto educativo efficace.
Il professor Novara ha proposto la ricetta del “genitore organizzato” fatta di abitudini adatte all’età dei figli, di azioni per sviluppare la psicomotricità attraverso il gioco, anche il gioco libero e spontaneo e della necessità di abolire categoricamente l’uso dei cellulari da parte dei bambini fino almeno all’età di 12 anni. Durante l’incontro è nata anche l’idea, sollecitata dal nostro ospite, di avviare un percorso, sull’esperienza del Centro Psicopedagogico di Daniele Novara, di creare a Reggio Calabria una Scuola Genitori SG. L’esperienza potrebbe accompagnare i genitori nel loro compito educativo e facilitare la nascita di una vera ed efficace Comunità Educante.
Il workshop del pomeriggio, è stato preceduto dall’importantissimo, innovativo e partecipato focus-group del mattino. Durante l’incontro a Palazzo San Giorgio, Novara, ha avuto modo di confrontarsi con i dirigenti scolastici o delegati degli istituti scolastici del territorio. Sono stati evidenziati alcuni aspetti che frenano il cambiamento della scuola. Il crollo dei laureati, fa intravedere per il futuro, la possibilità di una classe dirigente inadeguata e dove la scuola è trascurata, ed è messa sotto attacco dalle università on-line.
Altri aspetti che lo scrittore Novara ha evidenziato sono stati la carenza del nostro Paese, ultimo posto in Europa, nella formazione dei docenti, l’aumento di certificazioni neuropsichiatriche quale risposta all’assenza dell’educazione. Molti dei problemi dei bambini sono in realtà di natura educativa e andrebbero risolti con percorsi pedagogici. E invece, la scuola e la famiglia sembrano arrendersi di fronte alle difficoltà dell’infanzia e dell’adolescenza.
Novara segnala un divario tra quello che la scuola potrebbe essere e diventare (anche grazie all’autonomia) e quello che realmente avviene nelle nostre classi: il persistere di pratiche inerziali quali le lezioni frontali, orari rigidi scanditi dalla campanella, distribuzione dei banchi, valutazioni e compiti a casa. Egli però afferma che “cambiare si può” e subito. La sua ricetta è il metodo “maieutico” che presuppone una riflessione seria sul ruolo del docente che deve essere quello del regista mentre l’alunno deve essere il protagonista, la necessità di una valutazione dei processi e non degli errori, perché si impara sbagliando e facendo domande con lo stimolo attento del docente, l’abbandono dell’idea che l’apprendimento sia un fatto ripetitivo, si impara dalle domande (non quelle invalsi) ma quelle reali, che interessano i ragazzi, si impara dai compagni perché il cervello degli adulti è già strutturato mentre quello dei ragazzi è ancora fluido, l’apprendimento deve coinvolgere la sfera emotiva e quindi passa attraverso la percezione e la partecipazione dove non c’è corrispondenza tra apprendimento e risposta esatta, l’importanza del lavoro di gruppo perché si deve andare a scuola volentieri e perciò si devono creare le condizioni perché ciò avvenga.
Egli ha sottolineato come per realizzare tutto questo è necessario investire nella formazione degli insegnanti piuttosto che nella digitalizzazione o nelle telecamere. Il messaggio del professor Novara si conclude con l’invito ad avere coraggio, entusiasmo. Bisogna essere positivi con i bambini, ad esserlo, infatti, non si sbaglia mai! Anna Nucera, assessore all’istruzione del Comune di Reggio, Lidia Caracciolo, Mario Nasone e Paolo Cicciù per le associazioni e la professoressa Grazia Condello per le scuole, hanno tracciato un bilancio del secondo anno di attività della rete delle alleanze educative che ha visto crescere la partecipazione di altre scuole ed associazioni alle iniziative programmate.
Un percorso che ha visto associazioni e esperti, referenti del Tribunale per i Minorenni, delle forze dell’ordine, della Magistratura, mettere a disposizione gratuitamente la loro professionalità e competenza alle scuole coinvolte sia all’interno delle ordinarie attività curriculari, sia in quelle esterne come il dopo scuola, lo sport, il tempo libero. Un impegno che sarà rinnovato anche per il prossimo anno scolastico attraverso una nuova programmazione condivisa.