Fondi pensione: le scelte di chi aderisce

Calabria Attualità

Secondo gli ultimi studi pubblicati, risultano in aumento in Italia i lavoratori aderenti alla previdenza complementare. I fondi pensione sono degli strumenti che permettono di garantire al cittadino una pensione previdenziale integrativa, in aggiunta a quella pubblica obbligatoria gestita dagli enti previdenziali obbligatori. Il fondo pensione rientra nella categoria della previdenza complementare del sistema pensionistico italiano e rappresenta una sorta di assicurazione aggiuntiva che permette al cittadino di mantenere un adeguato stile di vita nel momento in cui va in pensione. In altri termini, viene aperto dall’individuo che desidera ottenere una percentuale in più di pensione rispetto a quella obbligatoria che riceve dall’INPS, incrementando sempre più la propria contribuzione al fondo pensione.

Capire quanto e se è davvero necessario aprire un fondo pensione è molto semplice:

● Bisogna valutare, innanzitutto, l’importo della contribuzione sul quale si fa affidamento e capire a quanto ammonterà ipoteticamente la propria pensione in futuro

● Calcolare il gap previdenziale tra stipendio attuale e pensione che si otterrà

● Fissare un obiettivo di rendita al fine di colmare il gap con l’istituzione del fondo pensione

● Scegliere l’importo dello stipendio da destinare mensilmente al fondo pensione

● Scegliere, in aggiunta, la linea di investimento e valutare tutte le variabili a lungo termine che potrebbero presentarsi al momento della creazione del fondo

Quali sono i fondi pensione che vanno per la maggiore in Italia?

Ci sono tre diverse tipologie di fondo pensione per chi decide di sfruttare questo sistema.

1. Fondo pensione chiuso

I fondi pensione chiusi hanno la caratteristica di rivolgersi ad una cerchia ristretta di lavoratori. Difatti, per accedervi è necessario far parte di una precisa categoria di dipendenti oppure risiedere in determinate zone d’Italia. Un esempio è la categoria di lavoratori metalmeccanici con contratto a tempo indeterminato oppure il lavoratore pubblico o casalingo. Questi fondi nascono tra accordi collettivi tra datori di lavoro e dipendenti e restringono la loro fruibilità proprio a categorie ben precise. Il vantaggio di un fondo pensione chiuso sta nel fatto che anche il datore di lavoro può contribuire alla crescita del fondo del dipendente e non lo deve fare solo il fruitore stesso, se a sua volta versa la % di contributi minima. Inoltre, il dipendente deve versare obbligatoriamente il TFR maturando anziché lasciarlo in azienda. Per quanto concerne lo svantaggio è un prodotto poco flessibile, strettamente legato alla condizione lavorativa del lavoratore e in caso di perdita dei requisiti partecipativi non può più contribuire al proprio fondo.

2. Fondo pensione aperto

I fondi pensione aperti sono forse un po’ più vantaggiosi rispetto a quelli chiusi. Può accedervi chiunque in forma individuale, a prescindere dalla propria professione (o su base collettiva) che un’intera categoria di dipendenti che lavorano nella stessa impresa sulla base di un’accordo. Questi fondi sono gestiti da banche, SGR, SIM e compagnie assicurative e hanno dalla loro una maggiore flessibilità. Il lavoratore, infatti, può decidere in autonomia la quota da versare ogni mese al fondo e può scegliere anche di versarci, ad esempio, il TFR maturato mese dopo mese. Lo svantaggio, però, è che non si può usufruire del capitale prima del tempo, salvo necessità davvero gravi ed eccezionali.

3. PIP

I PIP, i Piani Individuali Pensionistici sono leggermente diversi rispetto ai fondi pensione aperti poiché sono attuati esclusivamente da imprese assicurative mediante di contratti di tipo assicurativo e ammettono solo adesioni su base individuale Q Il funzionamento del PIP è molto semplice: al pari dei fondi pensione aperti, il capitale che viene versato costituisce patrimonio differente rispetto all’attività dell’impresa assicurativa che lo gestisce, per cui non è soggetto a fallimenti o perdite.

Tutti e tre questi strumenti, al raggiungimento dei requisiti per il pensionamento nel regime obbligatorio di appartenenza, erogano il capitale accumulato sotto forma di pensione integrativa, interamente convertita in rendita vitalizia o altre tipologie come una rendita vitalizia reversibile o fino al 50% in capitale e la parte restante in rendita (100% in capitale solo ad alcune condizioni). In questo modo si può contare su un’entrata preziosa da affiancare alla pensione pubblica