Tracciabilità alimentare: 450 kg di pescato sequestrati nel reggino
Un’attività di controllo della filiera di pesca condotta nei giorni scorsi dalla Capitaneria di porto - Guardia Costiera di Gioia Tauro, ha permesso di accertare e sanzionare due violazioni della normativa in materia e, in particolare, in sulla di tracciabilità e di etichettatura dei prodotti.
Nel corso di un primo controllo sono stati ritrovati, a bordo di un motopeschereccio in transito nel porto di Taureana di Palmi, 13 esemplari di pesce spada del peso complessivo di circa 350 kg.
La cattura di tali esemplari, seppur effettuata da un’unità in possesso di autorizzazione, non era stata successivamente registrata così, come previsto dalla normativa nazionale e comunitaria che salvaguardia gli stock ittici esistenti.
All’esito degli accertamenti di rito, sono stati sequestrati 13 esemplari di pesce spada ed è stata elevata una sanzione amministrativa nei confronti del Comandante del peschereccio. Il prodotto ittico, dopo essere stato dichiarato idoneo al consumo umano dai veterinari dell’ASP di Reggio Calabria – Area di Palmi, è stato donato ad alcuni degli Enti caritatevoli e assistenziali operanti nella piana.
Un altro controllo, stavolta a carico di un automezzo refrigerato intercettato nei pressi dello svincolo autostradale di Rosarno, ha permesso agli uomini della Capitaneria di Gioia Tauro di accertare un illecito in materia di etichettatura e tracciabilità del pescato e, quindi, in violazione degli obblighi relativi alle corrette informazioni al consumatore finale.
All’interno del veicolo, infatti, sono stati rinvenuti circa 100 kg di acciughe senza la necessaria documentazione attestante della sua provenienza e, quindi, anch’esse sequestrate.
Anche in questo caso si è proceduto ad elevare la prevista sanzione amministrativa nei confronti del soggetto alla guida del mezzo.
In questa occasione tuttavia il prodotto ittico sequestrato, a seguito dell’ispezione effettuata dai veterinari dell’ASP è stato giudicato non idoneo al consumo umano per l’impossibilità di verificarne la provenienza e, quindi, destinato allo smaltimento.