Copertura insufficiente del segnale Rai, prepararsi al passaggio al digitale
il Corecom mobilita Provincia e Comuni per mappare il territorio in vista del passaggio al digitale. Il rischio, tutt'altro che infondato, è quello di arrivare impreparati al fatidico switch off, cioè lo spegnimento del segnale televisivo analogico e il passaggio al digitale. Da gennaio 2012, infatti, anche la Calabria adotterà il nuovo sistema, che sta progressivamente entrando in funzione in tutte le regioni italiane.
Della problematica si è ampiamente discusso nel corso di una recente riunione del Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom) alla quale ha partecipato, in rappresentanza della Provincia di Vibo Valentia, l'assessore all'Ambiente Martino Porcelli (nella foto).
L'allarme è stato lanciato dalla Rai, che ha sollecitato l'incontro, puntando il dito contro i Comuni calabresi che non avrebbero risposto alle reiterate richieste dell'azienda televisiva di segnalare eventuali aree non coperte dai suoi ripetitori. In assenza di questa mappatura - ha spiegato un dirigente Rai nel corso della riunione del Corecom - non è possibile per l'azienda agire predisponendo gli interventi necessari ad assicurare la fruizione del segnale. Da qui la richiesta alle Province di istituire un tavolo tecnico permanente con i sindaci del proprio territorio per procedere alla rilevazione di questi dati.
Sulla base di queste deliberazioni, l'assessore Porcelli si è immediatamente attivato per sollecitare la collaborazione delle 50 Amministrazioni comunali vibonesi, inviando una lettera ai primi cittadini nella quale illustra la situazione e annuncia l'istituzione del tavolo tecnico, che sarà ufficialmente convocato e si riunirà per la prima volta entro la fine di febbraio. Per quella data, dunque, Porcelli sollecita l'invio all'assessorato delle informazioni richieste.
«Da tempo immemorabile molte zone della provincia vibonese non sono coperte dal segnale televisivo di alcuni canali, a cominciare proprio da Rai Tre che trasmette il tg regionale - ha spiegato Porcelli -. Il passaggio al digitale può rappresentare l'occasione per eliminare questi disagi, ma per una mappatura precisa è necessario l'impegno dei Comuni che devono segnalare le aree scoperte».