‘Ndrangheta: dichiarazioni Saviano, Maroni dice no alla carità Rai

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Roberto Saviano, Roberto Maroni

Sono febbrili i contatti tra i componenti in quota pdl del Cda della Rai e Roberto Maroni, in cerca della possibilità di replicare alle accuse mosse da Roberto Saviano contro la Lega Nord nella trasmissione "Vieni via con me" di lunedì sera. Il ministro dell'Interno è in trattativa con tre conduttori che hanno dato la loro disponibilità per una replica al monologo dello scrittore. La rabbia di Maroni, però, è dettata dal fatto che sarà impossibile parlare di fronte a una platea simile a quella del programma condotto da Fabio Fazio, che ha frantumato il record storico di ascolti di Rai 3. Il ministro vorrebbe replicare nella stessa trasmissione, "anche perché", ha dichiarato, "voglio proprio vedere se Saviano accetterà il contradditorio, oppure, come credo, alla fine cercherà in ogni modo di sottrarsi". Martedì, la furia di Maroni - Il ministro dell'Interno Roberto Maroni non ci sta. Si ribella all'assenza di contraddittorio alla trasmissione "Vieni via con me" del duo Fazio-Saviano e chiede di essere invitato per puro diritto di replica. Dice no anche alla "carità" della Rai, che dopo aver rifiutato di ospitarlo ci ripensa, in ritardo. Il direttore di rete Ruffini ha offerto uno spazio video o scritto, e proseguono le trattative tra il capo del Viminale e i componenti del Cda Rai in quota Pdl per trovare uno spazio adeguato. Ma Maroni insiste: contraddittorio in diretta, con Saviano e a "Vieni via con me", anche perché non c'è spazio televisivo in grado di rivaleggiare in ascolti col programma condotto da Fabio Fazio. "Ci quereli" - Maroni si è infuriato per alcune frasi dell'autore campano di "Gomorra", che ha accostato la Lega Nord alla criminalità organizzata. Il ministro ha parlato di "accuse infamanti" ed ha aggiunto che vorrebbe un faccia a faccia con Saviano "per vedere se ha il coraggio di dire quelle cose guardandomi negli occhi". Lo scrittore, aveva infatti definito Maroni "uno tra i migliori ministri nella lotta alla mafia", per poi infangare il nome del partito nordista nel monologo di lunedì sera. "Facile lanciare il sasso senza il contraddittorio", ha concluso in ministro dell'Interno. I responsabili di "Vieni via con me" rispondono subito al ministro attraverso la nota di Loris Mazzetti, capostruttura di Raitre: "Non inviteremo Maroni in trasmissione. Se noi abbiamo detto cose non vere, cose smentibili se lo abbiamo ingiuriato o offeso, che si rivolga direttamente alla magistratura". Appello a Napolitano - "Giro al Presidente della Repubblica e ai presidenti di Camera e Senato la questione se la Rai deciderà di negarmi il diritto di replica a Saviano", ha replicato l'infuriato Maroni, che a Radio Padania ha aggiunto: "Se io fossi il Presidente della Repubblica e si verificasse che il ministro dell’Interno appartiene a un partito che fa affari con la 'ndrangheta credo che mi preoccuperei". Peranto chiederà a Napolitano "se un’accusa così infamante sia compatibile con una funzione come quella che sto facendo come ministro dell’Interno. Io credo di no". Da par suo, Roberto Saviano si è detto "stupito e allarmato dalle parole del ministro Maroni". Lo scrittore ha aggiunto di non capire "di quali infamie parli: temo abbia visto un'altra trasmissione". Saviano ha poi chiesto a Maroni di rivedere e riascoltare la trasmissione, poiché "io ho parlato solo di fatti, frutto di un'inchiesta giudiziaria dell'antimafia di Milano e Reggio Calabria sul nuovo assetto della 'ndrangheta".