Al via il terzo trimestre di “Coscienza dell’Uomo”, il progetto fotografico realizzato nell’ambito di Matera
Luglio-settembre 2019, a Matera sarà ancora Coscienza dell’Uomo. Il progetto fotografico, ideato e curato da Francesco Mazza, Antonello Di Gennaro e Maurizio Rebuzzini nell’ambito di Matera 2019, sta per aprire il suo terzo trimestre che, come i precedenti, si preannuncia ricco di mostre, dibattiti, incontri, proiezioni. Tre mesi caldi, all’insegna della fotografia, della riflessione e, perché no, del dibattito che si intende stuzzicare intorno ai temi cari agli autori selezionati.
Nato da un sogno e dall’esigenza di proporre un modo nuovo di intendere e fare fotografia, Coscienza dell’Uomo ha un ambizioso e rivoluzionario obiettivo: parlare all’uomo dell’uomo. È un invito agli uomini a parlarsi, a capirsi, ad avvicinarsi, ad osservarsi. Non con occhio superficiale e disattento, o peggio critico, figlio di quell’impoverimento spirituale e culturale che si prova a sovvertire, ma con sguardo morbido e carezzevole, curioso, compassionevole, ammirato. Perché è questa la fotografia che si vuole celebrare, non quella fatta di stile e tecnica, ma quella mossa dal cuore e dal sentimento di chi sta dietro l’obiettivo. Nelle centinaia di scatti raccolti per le numerose mostre già allestite nei due trimestri precedenti, e in quelli che si apprestano a svelarsi nei tre mesi prossimi, non c’è esercizio di stile, c’è autenticità. Verità. Racconto di vite e di storie.
Non sarà sfuggito, a chi è passato da Matera, l'impegno di proporre la fotografia come strumento di denuncia, di riflessione, di testimonianza, o di semplice narrazione. Di un evento storico o religioso, di un mestiere, di un amore, di una tradizione o di un rito. Non c’è artificio, non c’è inganno, non c’è voglia di stupire. C’è, piuttosto, l’urgenza di comunicare e di compiere una rivoluzione culturale in un momento storico in cui l’immagine è tutto ma la verità è niente. Perché di fronte a quel “genocidio culturale” di cui parlava Pier Paolo Pasolini già nel 1974, e che si perpetra ancora oggi, non si può assistere inermi o peggio compiacenti. Si deve agire. O ancor più reagire, ognuno con i propri mezzi, per portare nuovamente al centro del dibattito sociale l’uomo e la sua coscienza.
Da qui l’idea di realizzare a Matera, città simbolo essa stessa di una straordinaria rivoluzione culturale, un progetto ambizioso, simile a quel The family of man (La famiglia dell'uomo) con cui Edward Steichen, in piena Guerra Fredda, riuscì a riunire ben 503 scatti provenienti da tutto il mondo per celebrare il valore della pace e della diversità. Un'occasione importante, quella di Matera, per parlare alle migliaia di persone che incontreranno Coscienza dell'Uomo e appoggeranno lo sguardo sugli scatti proposti. Di mese in mese, immagini sempre nuove, sempre diverse, accomunate però da un unico leitmotiv: riportare l’uomo al centro dell’uomo. Risvegliare le coscienze, convincere lo spettatore a tornare umano, ad accogliere e amare il diverso, qualunque sia per ciascuno di noi il suo significato, imparare a pensare, fermarsi.
In questa società frenetica e superficiale, Coscienza dell’Uomo entra a gamba tesa e sponsorizza con decisione il valore dell’umanità. Un pensiero diverso da quello dilagante, dunque, un “pensiero meridiano”, riprendendo il concetto di Franco Cassano, a cui i curatori si ispirano, che trae nel Sud forza e linfa vitale perché è proprio lì che risiede, per tradizione, cultura, storia, quell’insieme di valori necessari a compiere la rivoluzione. Il Sud, inteso come Italia, che non deve imparare dal Nord, che deve riuscire piuttosto a far ascoltare la propria voce, rivendicare la sua storia, proteggere la sua diversità, resistendo alla tentazione di imitare un Nord troppo attento al profitto e sempre più vicino a de-umanizzare la sua storia.
Una battaglia che Coscienza dell’Uomo ha intrapreso, si diceva, fin da gennaio, con l’apertura del primo trimestre che ha visto, tra le altre, le mostre di Gianluigi Colin “Caos Apparente” sulla valanga incessante di immagini e informazioni che piombano nel nostro tempo, e di Pino Bertelli che, in “Contro la guerra. Ritratti dall’infanzia negata”, appende al muro l’orrore del conflitto visto dai bambini. Per proseguire da aprile a giugno, e quindi nel secondo trimestre, con una raccolta di autori tra cui Marco Saielli, Maurizio Galimberti, Tommaso Le Pera, Antonio Bordoni, solo per citarne alcuni, che, in modi e linguaggi differenti, ci hanno raccontato la povertà e la fame, la quotidianità della vita in fabbrica e l’eccezionalità di una vita sul palco, il dramma dei migranti e la realtà della mafia, e ancora le curiosità di una tradizione o la nostalgia di una réclame.
Era sempre l’uomo al centro dell’immagine o del racconto fotografico, e sarà ancora l’uomo il protagonista del nuovo ciclo di mostre che sta per aprire il terzo trimestre. Dagli sbarchi alla rappresentazione del rito religioso, dal ritratto tenero di una famiglia agli sguardi seri e turbati, ma sempre composti, dei migranti; dalla vita in comunità al personaggio simbolo del fumetto, senza dimenticare il racconto delle genti del sud e la coraggiosa e illuminante testimonianza di un grande autore della fotografia italiana e internazionale, Oliviero Toscani. Il celebre e discusso fotografo milanese sarà infatti uno dei dieci autori presenti nei prossimi giorni a Coscienza dell’Uomo, voluto fortemente dai curatori per quella sua innata capacità di comunicare con forza e determinazione un’idea, di andare contro corrente, di sovvertire le regole di una società patinata e superficiale sbattendo in faccia delle realtà sconfortanti e talvolta scomode.
Non solo Toscani, protagonisti da luglio a settembre saranno anche alcuni tra i più interessanti fotografi italiani, tra cui Giovanni Cabassi, Guido Crepax, Francesco Malavolta, Beppe Bolchi, Francesco Mazza e Pino Bertelli, Matteo Fantolini, Angelo Galantini, Nino Bartuccio (ancora in esposizione con Nega, mostra permanente per tutto il 2019), o del vicino mediterraneo come la coppia greco-turca AltinManaf e Andreas Ikonomu.
Nel corso del terzo trimestre, che partirà il 4 luglio con l’inaugurazione della mostra “Questo è il sud “di Francesco Mazza e Pino Bertelli e si chiuderà il 14 settembre con “Così il tempo presente” di Altin Manaf e Andreas Ikonomu, sono in programma non solo mostre fotografiche, ma anche convegni e incontri con gli autori (per il calendario completo consultare il sito).
Sarà un’occasione, dunque, per conoscere più a fondo le idee alla base dell’esposizione fotografica e dare vita ad un dibattito intorno al mondo della fotografia, intesa come arte e strumento di riproduzione della realtà, e a tematiche di attualità che coinvolgono certamente gran parte della nostra comunità. Anche in occasione dell’apertura del terzo trimestre è stato pubblicato un catalogo fotografico che raccoglie alcuni degli scatti proposti nelle mostre in programma, insieme alle informazioni sugli autori e il tema trattato.