Omicidio a San Ferdinando, svolta nelle indagini: si costituisce presunto assassino
Svolta nelle indagini sulla morte di Domenico Pangallo, il 58enne di Roccaforte del Greco trovato cadavere, la sera del 26 giugno scorso, sul lungomare di San Ferdinando, nel reggino.
Da qui l’ipotesi che il 58enne fosse stato ucciso e le conseguenti indagini che oggi sembrano arrivare a conclusione dopo che, nel pomeriggio, il presunto assassino, Giuseppe Cacciola, 33 anni, si è presentato spontaneamente nella sede dei carabinieri della Compagnia e del Nucleo Investigativo di Gioia Tauro, dove di conseguenza gli è stato notificato un decreto fermo di indiziato di delitto.
Il provvedimento - firmato dal sostituto Giorgio Panucci della Procura di Palmi, diretta dal Ottavio Sferlazza - è giunto al termine delle investigazioni condotte dai militari gioiesi insieme alla Sezione Rilievi del Comando Provinciale di Reggio Calabria e che avrebbero permesso, dunque e in pochissime ore, di fare luce sulla dinamica dell’omicidio così come sul movente e sul contesto in cui sia maturato.
CADUTO IN UNA "TRAPPOLA"
Secondo la tesi degli investigatori, infatti, quella sera del 26 giugno, Pangallo sarebbe stato indotto, con l’inganno, ad andare a San Ferdinando, a casa della moglie di Cacciola, a cui era legato da una relazione virtuale.
Una volta entrato nell’abitazione, sarebbe stato così percosso ripetutamente a schiaffi e calci al volto ed ai fianchi dal presunto assassino e poi trascinato per strada esanime, proprio a pochi metri dall’ingresso della casa dell’indagato e della moglie.
Cacciola dopo il delitto si era reso irreperibile ed era ricercato tanto dai Carabinieri di Gioia Tauro che dai loro colleghi dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria di Vibo Valentia.
Quantomeno fino al pomeriggio di oggi quando ha deciso, dunque, di costituirsi. Al termine delle formalità è stato portato nella Casa Circondariale di Reggio Calabria dove resterà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.